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Corigliano e Rossano lanciate verso la città unica

Corigliano e Rossano lanciate verso la città unica

Corigliano ha scelto, e ha detto sì alla fusione con Rossano. Destinata a nascere, per volere popolare, la terza città della Calabria Corigliano-Rossano. Una nuova città che ha come obiettivo quello di valorizzare ed unire un territorio che mira a recuperare campo e prestigio.

Una giornata storica decisa dal 32,97% degli aventi diritto ovvero 12605 elettori rispetto ai 38236. Un’affluenza che ha superato le previsioni che l’attestavano sotto il 30% e che ha decretato la vittoria delle ragioni del sì. I cittadini si sono recati all’urne soprattutto nel tardo pomeriggio e intorno alla chiusura dei seggi. Alle ore 12, infatti, aveva votato solo il 7,44 % ovvero 2845 elettori. Il sì ha prevalso in quasi tutte le sezioni staccandosi dal no. L’analisi del voto alle ore 19 di ieri ha fatto registrare una notevole risalita con una percentuale del 25.30% con alcune sezioni dove si è votato di più come quelle dello scalo.

La zona con maggiore astensione dalle urne è stata quella di contrada Apollinara. Non sono mancati i commenti a caldo come quello di Giovanni Dima di Fratelli Di Italia, tra i sostenitori delle ragioni del sì «attendiamo il risultato finale ma il sì vince ovunque è un evento storico – commenta ad un’ora dalla chiusura dei seggi – da sesta e settima città della Calabria Corigliano e Rossano insieme hanno scalato la classifica per conquistare il terzo posto. Con il risultato di oggi si chiudono antiche divisioni storiche e si guarda al futuro della Sibaritide che vede la città nuova anche come un ponte verso la Basilicata e la Puglia. Adesso ci aspetto un lavoro di carattere politico-amministrativo delicato per superare le difficoltà e i disagi della grande area della Sibaritide». Le due piazze che ieri hanno festeggiato la vittoria del sì in piazza Salotto e piazza Bernardino di Corigliano. Rossano si sono date appuntamento in zona Insiti, area “cerniera” tra le due realtà e terreno di congiungimento.

Si riserva di commentare a chiusura di seggi e con i dati ufficiali alla mano il sindaco Giuseppe Geraci che in questi giorni ha portato avanti una grossa battaglia a sostegno delle ragioni del no. Geraci ha consegnato in una lettera alla città contro la fusione quello che lui stesso ha definito un “testamento di fine mandato” «vi porgo tutte le mie scuse per non aver a suo tempo adempiuto alle necessarie analisi, propedeutiche alla scelta di condividere la fusione. Oggi faccio ciò che mi tocca fare: "darmi torto".

Per aver contribuito alle scelte di ieri senza la certezza dell’esistenza delle precondizioni perché si desse inizio alle danze. Sono in molti a paragonare, genericamente, la fusione ad un matrimonio. Se noi avessimo avuto l’intelligenza politica di pensare ad esse, piuttosto che litigare su una fusione immotivata, avremmo fatto molto di più di quanto prodotto».

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