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Due ricorsi contro l’ex prefetto De Felice

ALLA SACAL I SOCI CARUSO RILEVANO IL 30% DELLE AZIONI VERSANDO 4,2 MILIONI: PRESIDENTE ILLEGITTIMO, NON PUÒ ESSERE UN PENSIONATO

Due ricorsi contro l’ex prefetto De Felice

Da quando il governatore Oliverio ha dato carta bianca ad Arturo De Felice sugli aeroporti calabresi è scoppiata la seconda guerra nei cieli della Calabria. Ed ora che le quote dell'imprenditore lametino Renato Caruso sono al 29,29% della Sacal, avendo versato a luglio un altro milione di euro per il secondo aumento di capitale, l'asset della società che gestisce i tre scali calabresi è sempre più in bilico. Anche perché i conti continuano ad essere in rosso di circa 3,3 milioni di euro. E pendono davanti al Tribunale civile di Catanzaro due ricorsi la cui sentenza potrebbe far saltare i disegni del tandem Oliverio-De Felice.

La prima battaglia era stata giocata sulla gara per l’acquisizione degli aeroporti di Reggio Calabria e Crotone finiti in fallimento. Il governatore con una grande manovra aveva spinto in modo da farli passare nelle mani di Sacal. I ricorsi sono stati ritirati e l'Enac ha fatto l'affidamento alla società lametina. Ma c’era la vecchia gestione, quella guidata dall’imprenditore catanzarese Massimo Colosimo, prima che scattasse l'inchiesta “Eumenidi” con arresti e accuse di corruzione.

La ripartenza

Viene azzerato il consiglio d'amministrazione e parte la nuova gestione. Oliverio tira fuori dal cappello un prefetto in pensione, Arturo De Felice, con l'obiettivo di portare una ventata di legalità sulla pista del "Sant'Eufemia". Ma dopo che De Felice diventa presidente e dall'assemblea acquisisce praticamente tutte le deleghe societarie, cominciano i malumori. A cominciare dal socio privato che aveva sborsato 3,2 milioni a fine dell'anno scorso per rilevare con la sua Lamezia Sviluppo tutte le azioni inoptate dagli enti pubblici senza un euro (Comune e Provincia di Catanzaro) e dai privati che avevano un peso come Aeroporti di Roma che gestisce Fiumicino e Ciampino, e Banca Carime. Renato Caruso nel Cda con la figlia Adele, che è vicepresidente, si sente svuotato di poteri decisionali, viene messo da parte come gli altri esponenti dell'organismo, e il presidente va avanti come un supersonico.

Aumento di capitale

Il primo di 5 milioni risale allo scorso dicembre. Sacal arriva a un capitale sottoscritto di 12,7 milioni. Ma rilancia, e delibera una seconda tranche da 3 milioni, per due terzi riservata agli enti pubblici. De Felice fa di più: lancia un'offerta pubblica. Cioè tutti gli enti pubblici possono acquistare nuove azioni societarie, con l'intento di fare partecipare comuni e province di Reggio e Crotone. Resta un milione per i privati che viene immediatamente rilevato dalla Lamezia Sviluppo, la società dell'imprenditore lametino Caruso. Che però con in mano un terzo delle quote Sacal dopo aver versato 4,2 milioni cash, non ci sta a restare nelle retrovie, e passa alle vie legali. Guerra aperta con De Felice. "In cinquant'anni il mio gruppo aziendale è stato sempre il numero uno", dice Caruso, che del rischio ha fatto il suo business producendo slot machine per il colosso Lottomatica.

Carta bollata

C'è una citazione al Tribunale di Catanzaro presentata dal legale di Caruso, l'avvocato Pasquale Barberio, con cui si chiede di cancella re tutte le deleghe affidate al presidente dall'assemblea dei soci. De Felice da luglio può gestire qualsiasi atto fino a una spesa di mezzo milione di euro, rappresentare da solo la Sacal davanti a qualsiasi autorità, negoziare rapporti e accordi, comprare e vendere rami d'azienda fino a mezzo milione, gestire il personale e gli stipendi. Tutto in violazione dello statuto societario, sostiene il socio privato perchè la convocazione dell'assemblea è stata illegittima. Da qui l'annullamento delle decisioni prese lo scorso 23 giugno da quell'organismo. Nulla sarebbe anche la parte dei compensi, che secondo la legge Madia dovrebbero essere di 32 mila euro l'anno per tutti e cinque gli esponenti del Cda, ed invece è di 175 mila. Di cui 115 mila al solo presidente. L'udienza in Tribunale è fissata per il 5 dicembre.

C'è poi un'istanza di sospensione presentata da Lamezia Sviluppo contro la nomina di De Felice in consiglio d'amministrazione. Perchè l'ex prefetto e capo della Dia ha 65 anni ed è andato in pensione all'inizio dell'estate. Secondo la legge Madia sulla pubblica amministrazione, che recepisce un decreto di tre anni fa, chi è in quiescenza non può dirigere una società partecipata. Prima udienza il 21 settembre prossimo sempre a Catanzaro. C'è anche una denuncia contro il collegio sindacale in cui si insiste sull'illegittimità della nomina di De Felice che sarebbe in contrasto con un regolamento sulle partecipate approvato dalla Regione nello scorso marzo che obbliga a pubblicare un avviso ed a fare delle istruttorie sulle domande presentate. Cosa mai avvenuta. Dopo aver saputo della denuncia s'è dimessa Palma Mantaci, la dirigente ministeriale che presiedeva il collegio sindacale di Sacal.

Conti in rosso

Nella seduta del Cda di giovedì prossimo si dovrebbe parlare di bilanci. Renato e Adele Caruso si presenteranno. Sembra che Sacal abbia accumulato perdite per 1,2 milioni, e la controllato Sacal Gh circa 2,1 milioni. Questo al dicembre 2016. Tutto resta appeso a due fili: le sentenze del Tribunale, e la decisione della commissione d'accesso antimafia inviata dal prefetto alla Sacal.

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