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Maria non sarà "sepolta" dal silenzio

Imprenditrice scomparsa Perquisizioni a tappeto

A poco più di quindici mesi dalla sua scomparsa, la storia di Maria Chindamo, l’imprenditrice di Laureana aggredita in contrada Montalto di Limbadi la mattina del 6 maggio del 2016, non perde la sua attualità. Ne parlano ancora le trasmissioni televisive, ne parla la carta stampata, si rincorrono le manifestazioni in sua memoria perché un dato è certo: i figli ed i familiari della commercialista di Laureana di Borrello, ma anche gli amici, la Chiesa, la Scuola non consentiranno che il silenzio si appropri di una storia che appartiene non solo al triangolo Limbadi-Laureana-Rosarno, ma alla Calabria e all’Italia intera.

Una linea di dolore che continua ad investire tutti, perché nessuno accetta eventi così tristi e anomali. Se, poi, la violenza coinvolge e travolge una donna che era anche mamma di tre splendidi figli, la memoria rimane viva. Il tempo non scalfisce, peraltro, il muro di solidarietà creatosi spontaneamente attorno ad una vicenda che è figlia della cultura retrograda che imperversa sul territorio della Piana di Gioia Tauro. Una cultura che vede la donna prigioniera di una mentalità che le nega libertà e diritti. La storia di Maria Chindamo sembra destinata, però, a lasciare il segno. C’è un manipolo di persone (il fratello Vincenzo, i tre figli, la mamma Pina De Francia, il parroco don Cecè Felicano, la dirigente scolastica Mariarosaria Russo ed altri ancora) che lavora instancabilmente per impedire che tutto scivoli nell’oblìo. Anche le istituzioni, la magistratura, le forze dell’ordine continuano a portare avanti il loro impegno.

Non a caso, ieri sera, nella villa comunale di Palmi, organizzato dal Comune e dall’associazione “Piana città”, s’è tenuto il concerto “I giardini di marzo” con canzoni di Lucio Battisti interpretate da Beppe de Francia e la sua band. Brani di grande effetto per ribadire che «la musica non è silenzio». Momenti di commozione e lacrime agli occhi per tanta gente che ha seguìto lo spettacolo apprezzandone la struggente dolcezza di parole e note del cantautore scomparso e che ha applaudito più volte l’intervento del giornalista Arcangelo Badolati da sempre impegnato a tener desta l’attenzione sul caso di Maria Chindamo. Il concerto di ieri sera ha consegnato ai familiari della donna scomparsa la certezza che non saranno mai soli. La ricerca della verità può tranquillamente continuare. Non può essere diversamente. Occhi puntati, quindi, sul palazzo di Giustizia di Vibo Valentia e, soprattutto, sul lavoro che viene portato avanti con la necessaria discrezione dal procuratore Giordano Bruno.

Negli ultimi tempi l’attenzione degli inquirenti s’era concentrata sui contenuti di una lettera anonima pervenuta a don Pino Demasi, referente di Libera nella Piana, e prontamente dallo stesso consegnata ai carabinieri. S’è creduto in una svolta nelle indagini e la ripresa degli scavi nell’area del Mesima ha alimentato l’illusione. Poi, però, tutto è rientrato nella normalità dell’attesa. Attesa che stanca e logora, ma non scoraggia.

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