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Ragazzino down ferito nell'agguato al fratello

Ragazzino down ferito nell'agguato al fratello

Anche in presenza di un ragazzino affetto da sindrome di down non si sono fatti scrupolo a sparare. La faida delle Preserre ha scritto un’altra delle sue pagine più truci e difficili da accettare. Ancora una volta, teatro dell’agguato è stato il piccolo comune di Sorianello. Vittima designata dei sicari era Alessandro Giovanni Nesci, 27 anni. Venerdì sera, intorno alle 23.30, si trovava insieme al fratellino tredicenne. Stavano tornando a casa quando qualcuno, appostato in una delle viuzze del centro storico, ha aperto il fuoco.

All’indirizzo di Nesci sono stati esplosi almeno quattro colpi di pistola. I proiettili hanno colpito di striscio anche il ragazzino che, probabilmente, ha provato a proteggersi il volto, visto che ha riportato anche una ferita di striscio al braccio destro.

I due sono stati trasportati all’ospedale di Vibo Valentia dove i medici li hanno sottoposti a un intervento chirurgico per estrarre loro i proiettili che, per fortuna, non avevano leso organi vitali. Nesci è stato raggiunto alla spalla e all’emitorace destro, il fratello all’addome e al braccio destro. Le loro condizioni non sono gravi e i medici hanno ritenuto sufficiente stilare una prognosi di venti giorni.

Mentre ricevevano le cure in ospedale, a Sorianello gli investigatori del Commissariato di Polizia di Serra San Bruno si mettevano sulle tracce dei killer. Sono stati istituiti posti di blocco, effettuate perquisizioni, eseguiti controlli con la tecnica dello stub. Le ricerche si sono poi estese a tutto il Vibonese ma sugli sviluppi delle indagini gli uomini del commissario Valerio La Pietra mantengono un riserbo molto stretto.

Quello di venerdì sera è il terzo attentato che ha come obiettivo Alessandro Giovanni Nesci. Il primo risale al 2009, quando in pieno centro, sempre a Sorianello, si vide indirizzare contro diversi colpi di fucile. Un secondo attentato, porta invece la data del 2 aprile scorso quando, lungo la statale 182 che collega la frazione di Savini al centro abitato di Sorianello, mentre il giovane si trovava alla guida della propria autovettura, fu raggiunto da alcuni colpi di fucile caricato a pallettoni, uno dei quali lo colpì di striscio alla testa.

Questa volta l’agguato per poco non è costato la vita anche al fratello tredicenne disabile che si trovava insieme a lui e sul quale gli attentatori non hanno esitato a far fuoco in modo spietato. Gli investigatori sono convinti che nel mirino ci fosse soltanto il fratello più grande anche se i killer hanno premuto il grilletto pur vedendo che la loro vittima designata era insieme a chi in questa faida non poteva entrarci proprio nulla.

Per dare un indirizzo preciso alle indagini, gli inquirenti hanno riaperto il corposo fascicolo della faida in corso da anni che sta insanguinando il territorio e che oppone le cosche Emanuele e Loielo. L’ultimo capitolo porta la data del 21 giugno. In pieno giorno, intorno alle 11, e mentre percorreva a bordo di uno scooter via Vittorio Emanuele, quattro colpi di fucile calibro 12, caricato a pallettoni, non diedero scampo a Salvatore Inzillo, 46 anni. Anche Inzillo nel 2009 era scampato a un altro agguato. In quell’occasione, infatti, alcuni colpi di fucile erano stati indirizzati contro la sua autovettura in località Torre di Sorianello.

Nel mirino anche innocenti, bambini e donne incinte. Si spara il venerdì sera

Killer cinici e determinati che fanno fuoco senza farsi scrupolo di coinvolgere ragazzini down, bambini, passeggeri innocenti, donne in stato di gravidanza. C’è anche questo nella faida tra le famiglie Loielo ed Emanuele che insanguina il territorio delle Preserre. I colpi che hanno centrato venerdì sera il fratello di Giovanni Alessandro Nesci riportano alla mente anche l’agguato nel quale perse la vita Filippo Ceravolo (il 25 ottobre 2013), colpevole solo di trovarsi su un’auto sbagliata nel momento meno opportuno. Un anno dopo (il 24 ottobre 2014), altri colpi di fucile furono esplosi contro un’auto all’interno della quale c’erano anche una donna in stato di gravidanza e due bambine di 5 e dodici anni.

Una curiosità. La maggior parte di questi delitti, così come quest’ultimo, sono avvenuti di venerdì sera.

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