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Il Cosentino, un Grand hotel da 20 milioni di euro

Il Cosentino, un Grand hotel da 20 milioni di euro

L’emergenza migranti è un grande affare per tutti. Ci sono quattrini per Comuni e privati, associazioni e coop. Più miserabili sbarcano e più soldi arrivano. Una miniera d’oro che stanno esplorando anche gli operatori economici. Molti imprenditori hanno già riconvertito le loro attività ricettive. Tanti altri si stanno muovendo con idee e progetti. Palazzoni, strutture alberghiere in affanno, vecchie pensioni: basta qualche ritocco per modificare la destinazione d’uso e farne dei centri d’accoglienza. Piccoli interventi per trasformare stabilimenti improduttivi in bancomat. Non è necessario presentarsi in ordine subito. C’è possibilità di mettersi a posto anche dopo l’apertura del centro.

I denari stanno trasformando il Cosentino in un gigantesco Grand Hotel per disperati. La corsa contro il tempo impedisce al Viminale di controllare se proprio tutti hanno le carte in regola. La prefettura in questi giorni è impegnata a reperire strutture e a reclutare associazioni in grado di gestire l’emergenza. Di più non può fare. Servirebbe tempo per le verifiche, tempo per sottoporre ad accertamenti accurati i centri e i loro gestori. Ma nessuno ne ha. Mancano i giorni, persino le ore. È l’Europa ad aver fretta.

In tutto il Cosentino, in questi primi mesi di assedio, sono stati 45 i Comuni che hanno attivato centri d’accoglienza (il dato è riferito allo scorso 10 maggio) con il contributo dei fondi nazionali prelevati dalla cassaforte delle misure urgenti a favore dei comuni in materia di accoglienza. E sono finanziamenti statali che concorrono agli oneri dei Comuni che accolgono i richiedenti protezione internazionale attraverso l’attivazione di progetti Sprar. In totale, il Ministero ha concorso con un milione 114mila euro. L’indennizzo più consistente è stato incassato da Amantea (158.550 euro), ma anche Rogliano (77mila euro) e Rende (62.500) hanno ricevuto un discreto sostegno alle loro iniziative. Tra i piccoli centri ricompensati ci sono: Acquaformosa (34.500 euro), Mendicino (42.500 euro), Castiglione (52mila euro), San Basile (15.500 euro) e Amendolara (86.500 euro). Cosenza ha ricevuto 38.500 euro, Cassano 14.500, Castrovillari 10mila, Corigliano 39mila, Montalto 44mila, Paola 46.500 e Trebisacce 15mila.

Ma il business del momento ruota attorno ai Cas, i Centri d’accoglienza straordinari. Più ne aprono e più ne servono. Ma il tempo e la fretta spesso non consentono di verificare i requisiti dei richiedenti e dei locali messi a disposizione. Spesso basta un’autodichiarazione per attivare la struttura. E accanto alle coop e alle associazioni benefiche certificate circolano, purtroppo, anche tanti improvvisati manager della disperazione. Gente che ha fiutato il grande affare sulla pelle dei migranti e sta trasformando la gestione dei centri di accoglienza in una fabbrica per clandestini. In questo impasto generale, angeli e demoni rischiano di finire nello stesso pentolone del sospetto. La differenza la fanno i margini di guadagno. Chi rispetta le regole non si arricchisce. Chi viaggia nell’illegalità riesce a moltiplicare i profitti. Perchè, in fondo, Tutto ruota attorno al denaro.

Secondo i dati della Prefettura, al 10 maggio, nel Cosentino erano ospitati nei 45 Cas, in tutto 2.048 disperati (contro una capienza prevista da convenzione pari a 1.653 unità), per i quali (ma ci sono istruttorie in corso e quindi la spesa è destinata, inevitabilmente, a salire) annualmente lo Stato prevede di spendere 18.609.276 euro. Per la coop che gestisce l’Hotel Ninfa Marina di Amantea è prevsito il rimborso più elevato: 2.038.160. Una somma importante anche perchè si tratta del Cas che ospita il numero più elevato di migranti nel Cosentino: 360 (contro una capienza prevista in convenzione di 160 stranieri). Importante pure l’investimento di Rogliano dove la srl che gestisce l’ex hotel “La Calavrisella”, percepirà in anno 1.888.875 per accudire 157 ospiti, a fronte dei 150 previsti.

Sono tante in provincia le strutture alberghiere riconvertite. Due hotel ad Amendolara, uno a Corigliano, uno a Paola, uno a Rogliano, uno a San Marco Argentano. E, poi, un agriturismo a Castiglione, un B&B a Cosenza e a Mendicino. Attività senza futuro che improvvisamente sono tornate a macinare utili. Ma i neri aumentano e il numero dei Cas è destinato inevitabilmente a salire (con i finanziamenti per l’attivazione), nella provincia dell’accoglienza. Benvenuti nel Grand hotel cosentino.

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