Dagli interrogatori non sarebbero emersi elementi per smentire tutte le accuse. Ecco perchè il Sacalgate continua dopo gli arresti eccellenti dell’11 aprile scorso. Ed il Gip Valentina Gallo firma una nuova ordinanza per sospendere dagli incarichi pubblici sei dei 21 indagati sott’accusa per il giro d’assunzioni allegre all’aeroporto di Lamezia.
I nomi
Angelina Astorino dirigeva il Centro per l’impiego di Lamezia Terme, e aveva raccomandato suo figlio alla Sacal per farlo assumere col progetto “Garanzia giovani”. Secondo l’accusa della procura lametina la Astorino in cambio taroccava alcuni dati di altri giovanotti e donzelle, anche loro candidate all’assunzione in aeroporto e caldeggiate da altri. Sospesa. A spingere per l’assunzione del figlio anche il maresciallo dei carabinieri Marcello Mendicino in servizio a Lamezia che, per gli inquirenti, avrebbe restituito il favore facendo la talpa con i suoi colleghi finanzieri che indagano da un paio d’anni sulle cose torbide dello scalo.
Ognuno aveva i “suoi” da sistemare. Anche Gianpaolo Bevilacqua, ex vicepresidente del consiglio d’amministrazione di Sacal, ma anche capogruppo di Forza Italia alla Provincia di Catanzaro. Bevilacqua, dipendente della Regione ora “congelato”, due anni fa era stato condannato per concorso esterno nel clan lametino dei Giampà a 4 anni e 8 mesi. Nel giro delle assunzioni facili pure Sabrina Mileto che dirigeva le risorse umane in Sacal, Vincenzo Bruno Scalzo dipendente dell’Enav (l’ente governativi che gestisce i voli) e fratello di Tonino, consigliere regionale del Pd. Infine sospensione dall’incarico per Floriano Siniscalco funzionario della Provincia di Catanzaro.
Per altre sei persone la procura aveva chiesto la stessa misura interdittiva, ma il Gip Gallo ha considerato che questi indagati si sono dimessi immediatamente dai loro incarichi, a cominciare dall’abbandono del consiglio d’amministrazione. Può bastare, pur considerando fondate le accuse contro di loro.
Gli arresti
Un mese fa erano stati arrestati il presidente Massimo Colosimo imprenditore catanzarese della logistica e Pierluigi Mancuso ingegnere e direttore generale di Sacal, rimesso in libertà da pochi giorni. Sono accusati di corruzione con Ester Michienzi, dirigente del settore legale dell’azienda, finita ai domiciliari anche lei. Loro tre sono imputati anche di peculato per avere fatto viaggi costosi a Milano che gli inquirenti ritengono ingiustificati.
Immagini hot
Le “cimici” che per mesi sono state nascoste negli uffici della Sacal hanno registrato di tutto. Suoni e immagini. E sembra ci siano anche video di amplessi avvenuti nelle stanze fuori dagli orari canonici, sulle scrivanie. O sotto. Probabilmente a livello investigativo non conteranno granchè, ma queste relazioni segrete in ufficio contribuiscono a chiarire il grado d’intesa tra i diversi protagonisti dei presunti reati.
Quello che invece interessa di più gli inquirenti sono i rapporti tra chi era dentro la Sacal e chi invece stava fuori, nelle stanze dei bottoni. Un capitolo “top secret” coperto da pagine intere di “omissis” nell’ordinanza di custodia cautelare del Gip. Un chiaro segnale che il Sacalgate prosegue e potrebbe riservare nuove sorprese.