"Se la politica, in questo Paese, continua a non occuparsi dei problemi dello sviluppo, in particolare del Mezzogiorno e delle sue aree più svantaggiate, e soprattutto della vertenza simbolo di uno sviluppo possibile ma finora negato qual è quella del Porto di Gioia Tauro, rischia di soccombere. E di perdere non solo funzione, ruolo e fiducia, ma persino 'senso' e valore". Lo afferma, in una nota, la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco. "Auspico che l'appuntamento che i lavoratori e il sindacato si sono conquistati a Roma per il 19 aprile al Ministero delle Infrastrutture - prosegue Sculco - abbia come esito risposte e risposte certe. E fatti, da ottenersi, sia per il bacino di carenaggio, il Gateway ferroviario e la Zes in tempi rigorosamente monitorati. Non solo un intervento utile a bloccare l'indicibile diktat sui 400 esuberi, ma finalmente l'assunzione di una responsabilità da parte del Governo che finora è mancata". "A nessuno serve - sostiene ancora la consigliera regionale - un incontro interlocutorio o tanto per ascoltare sviolinate sulla rilevanza di un'infrastruttura internazionale a cui un Paese dignitoso avrebbe dovuto, già da molto tempo, dedicare l'attenzione necessaria. La politica ponga fine all'abitudine di intervenire dopo che i guasti sono prodotti, per commentarli o per esprimere solidarietà di maniera. E' in gioco, a Gioia Tauro segnatamente, non solo l'importante patrimonio democratico di lotte sindacali e non solo il diritto al lavoro che per nessuna ragione può essere calpestato, ma uno dei punti centrali delle politiche meridionaliste e del rilancio dello sviluppo del Mezzogiorno e del Paese"