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Aeroporto di Lamezia, arrestati i vertici della Sacal

Aeroporto di Lamezia, arrestati i vertici della Sacal

Tre arresti, 12 richieste di sospensione dai pubblici uffici e 40 perquisizioni per vicende legate alla società di gestione della Sacal, società di gestione dell'aeroporto internazionale di Lamezia Terme. I dettagli sugli arresti effettuati e sulle altre misure adottate, che riguardano anche persone di vertice delle istituzioni, degli uffici pubblici e dell’imprenditoria locale, sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa del Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme.

Ai domiciliari sono finiti Massimo Colosimo, presidente della
Sacal, Pierluigi Mancuso, direttore generale, ed Ester Michienzi responsabile dell'ufficio legale. Gli arresti sono stati fatti in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari emesse dal Gip su richiesta della Procura della Repubblica di Lamezia Terme, diretta da Salvatore Curcio. Ad eseguire i provvedimenti restrittivi il Gruppo di Lamezia Terme della Guardia di finanza, che ha condotto anche le indagini che hanno portato all'emissione dei provvedimenti stessi. L'indagine avrebbe fatto emergere vari illeciti nella gestione della Sacal, società partecipata a capitale misto pubblico e privato.

Sono stati accertati, secondo quanto evidenziato dagli inquirenti, numerosi episodi di peculato da parte della dirigenza della Sacal, concretizzatisi in viaggi, pranzi e soggiorni per scopi personali, effettuati in strutture ricettive di lusso, con indebita imputazione dei relativi costi, spesso molto elevati, al bilancio della società a partecipazione pubblica. Molte condotte illecite ascritte agli indagati riguardano anche l'irregolare gestione del progetto "Garanzia giovani", finanziato con fondi pubblici, finalizzato ad inserire in un tirocinio retribuito, presso Sacal, solo persone meritevoli, rispondenti a precisi requisiti.

Le indagini avrebbero dimostrato che, in ragione di pressioni indebite di ogni tipo, anche perpetrate da politici locali e dirigenti pubblici, sarebbero stati selezionati soltanto amici e pareri degli indagati, attraverso interventi artificiosi sulle procedure di selezione previste dal bando pubblico. Sarebbero inoltre emersi ulteriori episodi illeciti relativi all'affidamento di consulenze "fantasma" per decine di migliaia di euro e ad artefatte selezione di personale per incarichi interni vari, tutti lautamente retribuiti con soldi pubblici, affidati a persone che, in generale, sono risultati in possesso di requisiti inferiori rispetto agli altri concorrenti illegittimamente esclusi, ricorrendo ad atti falsi.

La Procura della Repubblica ha inoltre chiesto al Gip l'applicazione di misure interdittive della sospensione dai pubblici uffici nei confronti di 12 persone sottoposte ad indagini preliminari nella loro qualità di pubblici ufficiali e incaricati di pubblico servizio. La Guardia di Finanza ha inoltre eseguito 40 perquisizioni nei confronti di altrettante persone indagate nell'inchiesta, tra cui esponenti di istituzioni, uffici pubblici ed imprenditori.

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