Oltre 140 milioni di “premialità“, fondi per la Sanità calabrese che erano congelati, sono stati “liberati” da Roma per via dei risultati conseguiti nel percorso di attuazione del Piano di rientro dal disavanzo finanziario, e segnali positivi sul fronte dei Livelli essenziali di assistenza: questo, in sintesi, quanto emerso ieri a Roma dalla riunione del Tavolo Adduce, sede tecnica di verifica e controllo che ha visto insieme, nella sede del ministero dell’Economia e delle finanze, il commissario ad acta per il piano di rientro Massimo Scura (era assente il sub commissario Andrea Urbani), il direttore generale del Dipartimento regionale per la Tutela della Salute Riccardo Fatarella, e i direttori generali dei ministeri affiancanti: Angela Adduce per il Mef e la dott. Lucia Lispi per il ministero della Salute.
Possono dunque rientrare, nella disponibilità del Sistema sanitario regionale, 142 milioni, che sommati a quelli sbloccati in precedenza, portano a mezzo miliardo di euro la somma che negli ultimi due anni è stata “smobilizzata”. Criticità sono state però segnalate nelle Asp di Cosenza e Reggio Calabria, mentre è stato avvertito (pur in mancanza dei dati ufficiali del 2015) un netto miglioramento nei livelli essenziali di assistenza; l’analisi relativi all’anno non è stata ancora ultimata, per cui l’ultimo dato “certificato” è il livello 137 del 2014). Si ritiene che l’incremento possa essere di dieci punti, e - guardando in prospettiva - il trend, se confermato per il 2016 (e tutto lascia presupporre che possa esserlo) potrebbe far pensare che nel 2017 si possa raggiungere quota 160, il numero fatidico che consentirebbe la chiusura del regime di Piano di Rientro.
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