C'è uno spettro che si aggira nei lunghi corridoi della Cittadella regionale con spiccata preferenza per l'ala destinata al dipartimento Tutela della Salute, ed è lo spettro di un decreto. Scomparso.
Scorrendo, sul sito ufficiale della Regione, l'elenco dei decreti del commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario, si passa dal Dca numero 49 del 13 marzo al Dca 51 del 14 marzo. Tra il 49 e il 51 in genere c'è il numero 50, ma a volte anche la matematica è un'opinione. E poi, il 50, che numero sarà mai...
È il numero, quel 50, del Decreto del commissario ad acta che autorizza le Aziende sanitarie ed ospedaliere della Calabria ad assumere a tempo indeterminato, attraverso le consuete procedure previste dalla legge, “appena” 592 tra medici, infermieri, tecnici e via discorrendo. Quello di cui la Sanità calabrese ha un disperato bisogno. Ma evidentemente qualcosa non ha funzionato e il Dipartimento Tutela della Salute ne ha bloccato la pubblicazione.
Il Decreto c'è, sia chiaro, e lo stesso Dipartimento ha contribuito ad elaborarlo sottoscrivendone i contenuti con il dirigente generale della struttura, Riccardo Fatarella. Cos'è dunque che non va?
Lo avevamo notato proprio su queste colonne, un paio di giorni addietro: mancava la firma del sub commissario Andrea Urbani, che da qualche settimana deve dividere i propri impegni tra Palazzo Alemanni, sede della Struttura Commissariale, e il suo nuovo incarico di Direttore generale della Programmazione del ministero della Salute a Roma. È legato a questo nuovo incarico la mancata firma del decreto sottoscritto solo dal commissario Massimo Scura (oltre che da Fatarella)? Vi è forse un certo grado di "incompatibilità" tra le due funzioni? Mistero. Ma val la pena sottolineare come la mancata pubblicazione del decreto potrebbe avere "effetti collaterali" di diversa natura: ci sono direttori generali e commissari delle Aziende sanitarie ed ospedaliere che dispongono di copie dell'atto adottato il 13 marzo, ma che non sanno come regolarsi. Si sono fermati. Con quel che ne consegue.
Secondo altre versioni in realtà l’incompatibilità (vera o presunta) è solo un alibi; ma qualche che sia la verità, può la mancata firma del sub commissario bloccare l’esecutività di un atto del commissario? Le versioni sono diverse e contrastanti; di certo c’è che il commissario ad acta oggi in carica, Massimo Scura, è stato nominato (ogni decreto adottato in premessa lo ricorda) il 12 marzo 2015 dal Consiglio dei ministri con l’incarico di adottare e attuare i programmi operativi, e che con la medesima deliberazione al sub commissario viene affidato l’incarico di «affiancare» il commissario ad acta. Non sembrerebbe che al sub commissario sia affidato un compito di vigilanza, controllo o supervisione dell’operato del Commissario, né che il Consiglio dei ministri abbia sul punto modificato il proprio orientamento, Che non può certo essere modificato da un direttore generale di ministero ma, semmai, dal Governo.
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