Calabria

Giovedì 01 Maggio 2025

Doppio agguato, arrestati quattro calabresi

Doppio agguato, arrestati quattro calabresi

Quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state eseguite questa mattina, su richiesta della Procura di Ivrea, dai carabinieri della Compagnia di Chivasso, nei confronti di un gruppo di calabresi, residenti nel torinese, indagati per duplice tentato omicidio aggravato in concorso e detenzione abusiva di armi. I fatti risalgono allo scorso 13 ottobre, quando ci furono due sparatorie in strada, all'apparenza scollegate. Bruno Lazzaro, 28enne di Volpiano, venne ferito alla coscia a Rondissone. Rocco Morano, 54enne di Torrazza Piemonte, venne trafitto da un proiettile all'altezza del gluteo. Entrambi arrivarono all'ospedale di Chivasso.

Un prestito negato di diecimila euro e una sala scommessa sarebbero all'origine dei due agguati per i quali sono scattati quattro arresti: i due fratelli Davide e Francesco Gioffrè,il cugino Domenico e Antonio Guerra. Tutti di origine calabrese, residenti nel Torinese e e gestori di autolavaggi tra Settimo e Chivasso. Le due sparatorie vennero commesse lo scorso 13 ottobre, a quindici minuti di distanza uno dell'altra, per affermare - dicono gli investigatori - il proprio potere criminale. La prima, alle 17.30, a Rondissone. La seconda, alle 17.45, a Chivasso. Secondo la ricostruzione dell'accusa, a fare fuoco, a bordo di una Mercedes classe A, c'erano i due fratelli Gioffrè, il cugino e Antonio Guerra. A Rondissone spararono due colpi contro Rocco Morano, 54enne di Torrazza Piemonte, per una questione di natura economica. Morano, infatti, avrebbe negato loro un prestito di circa diecimila euro. A Chivasso, invece, colpirono Bruno Lazzaro, 28enne di Volpiano, ritenuto colpevole di non frequentare da tempo la sala scommesse di Chivasso, gestita dalla famiglia Gioffrè. Una mancanza di rispetto che, per gli aggressori, doveva essere punita. Le vittime non hanno rilasciato dichiarazioni agli investigatori e non hanno collaborato alle indagini. I carabinieri di Chivasso sono riusciti a ricostruire la vicenda grazie ai filmati delle telecamere di videosorveglianza e alle intercettazioni telefoniche e ambientali.

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