Ha negato qualsiasi coinvolgimento nell'uccisione del giudice torinese Bruno Caccia e ha negato di fare parte della 'ndrangheta. E' quanto ha detto oggi Francesco D'Onofrio, l'ex militante di Prima Linea indagato a Milano per l'omicidio del magistrato, nel corso del suo interrogatorio. D'Onofrio ha ricevuto un avviso di garanzia dopo le dichiarazioni di un pentito, Domenico Agresta. L'ipotesi è che sia uno degli esecutori insieme a Rocco Schirripa, in queste settimane processato nel capoluogo lombardo.
Secondo quanto si è appreso, D'Onofrio ha affermato di non ricordare nemmeno cosa avesse fatto il 26 giugno 1983, giorno del delitto (una domenica). In quel periodo aveva un lavoro regolare. Quanto alla sua appartenenza a organizzazioni eversive di estrema sinistra, D'Onofrio si era da poco avvicinato ai Colp, uno dei gruppi originati dalla dissoluzione di Prima Linea, ma non era organico. "Sono sereno e aspetto con fiducia gli sviluppi dell'indagine", ha detto D'Onofrio a chi lo ha interrogato.