Su Palazzo Campanella infuria la bufera scatenata dal progetto di legge sul trattamento pensionistico degli eletti. L'iniziativa bipartisan, finalizzata all’istituzione della pensione destinata a quanti attualmente occupano gli scranni dell’assemblea elettiva calabrese, sottoscritta da 20 consiglieri appartenenti a tutti gli schieramenti, ha provocato reazioni indignate. Sono piovute critiche feroci sul tentativo di riportare in auge il privilegio dei vitalizi, una delle vergogne della politica regionale cancellate sull’onda della spending review.
Durissima la presa di posizione del governatore Mario Oliverio che ha minacciato di porre la fiducia nel caso in cui la proposta dovesse arrivare in aula. E accanto a Oliverio si è schierata la segreteria regionale del Pd : «Sosteniamo con forza l’iniziativa del presidente della Regione che ha chiesto l’immediato ritiro della proposta di legge. Confidiamo nel senso di responsabilità degli eletti calabresi all’interno del Consiglio regionale». Sulla spinosa questione è intervenuto anche Nicola Irto: «Rifiuto un'interpretazione notarile della funzione di presidente del Consiglio regionale. Ed è per questo che, pur rispettando le prerogative dei colleghi consiglieri, non considero prioritario, né utile il progetto di legge sul trattamento pensionistico degli eletti. Questo progetto di legge, a mio avviso, deve cedere il passo dinanzi alle ben altre emergenze che contraddistinguono la realtà socio-economica calabrese. In una regione i cui indicatori sono complessivamente così negativi il lavoro delle Commissioni e dell'Aula va concentrato sui tanti problemi che attanagliano il nostro territorio e non su tematiche che rischiano di scadere nell'autoreferenzialità».
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