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Acqua in Calabria,
sprechi e paradossi

Acqua in Calabria, sprechi e paradossi

Acqua tra sprechi e paradossi. In Calabria vengono immessi nella rete quasi il doppio di milioni di metri cubi all’anno rispetto al fabbisogno medio standard riferito a circa 2 milioni di residenti standard, oltre a 1,5 mln di fluttuanti. Un cortocircuito che deve per forza essere superato.

«La gestione del servizio idrico in Calabria rappresenta un'anomalia con la separazione tra grande adduzione e la distruzione ai cittadini». Lo ha detto il commmissario liquidatore della Sorical Luigi Incarnato intervenendo a Reggio Calabria. Per Incarnato «è maturata la consapevolezza che bisogna colmare questo vuoto perché il sistema attuale non regge più, sui Comuni gravano i costi delle perdite fiscali e di rete, la legge Galli in Calabria non è stata interamente applicata e la gestione privata della Sorical non ha raggiunto gli obiettivi fissati dalla Regione alla sua costituzione». La Regione vuole procedere a gestire in forma pubblica il settore idrico con l’abbandono di Sorical ed è convinta che bisogna affidare ad un soggetto unico la gestione idrica che parte dalle sorgenti fino alla consegna finale ai cittadini.

Ma prima bisogna risolvere le tante criticità del sistema delle reti idriche. Le spiega in dettaglio sempre Incarnato e i numeri sono da brividi: «Oggi immettiamo nel sistema 500 milioni di metri cubi di acqua, di cui 250 milioni solo da parte di Sorical, quando ne servirebbe la metà, con costi di gestione altissimi; Sorical spende 28 milioni di euro di sola energia elettrica, in passato la bolletta è arrivata a 50 milioni per la morisità. Oggi stiamo approntando un piano di recupero energetico per abbattere il 50% dei costi. Per rendere il sistema efficiente c'è bisogno di un nuovo piano di investimenti sulle reti di grande adduzione e sulle rete interne. Sorical gestisce impianti costruiti 40 anni addietro dalla Cassa per il Mezzogiorno, opere straordinarie che dopo tutti questi anni necessitano di interventi di manutenzione straordinaria.

Ma dove va a finire tutta questa quantità di acqua? Una parte si perde, un’altra è inglobata negli allacci abusivi. Una situazione che va avanti da anni con il paradosso che in alcune zone c’è carenza idrica e con sindaci che sono costretti anche a chiedere ulteriori litri per andare incontro alle esigenze dei cittadini.

Infine Luigi Incarnato ha ricordato che le criticità più rilevanti sono concentrate nelle grandi città calabresi, in particolare a: Reggio Calabria, Catanzaro e Cosenza.

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