
Una giovane vita spezzata, un’altra appesa a un filo. È pesante il bilancio della sera di fuoco ad Acquaro, piccolo centro delle Preserre vibonesi. Un’azione di morte dai contorni poco chiari ma che, ieri sera, ha lasciato sulla via Provinciale il corpo senza vita di Rosario Mazza, 22 anni, cuoco in un ristorante di Laureana di Borrello. Gravemente ferito il fratello più piccolo Simone (non ancora diciottenne), disoccupato, raggiunto dai proiettili – sparati con una pistola calibro 6,35 – alla schiena e al basso ventre. Gravissime le condizioni del giovane che in nottata è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico all’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia. Ora si trova ricoverato in chirurgia in prognosi riservata.
Da quanto si è appreso il tutto è avvenuto intorno alle 19,30. I due fratelli erano a bordo di una Fiat Punto di colore nero quando probabilmente hanno incontrato chi subito dopo ha fatto fuoco contro di loro. E dall’autovettura Rosario e Simone sono scesi e con una certa fretta a giudicare dal fatto che il mezzo è stato rinvenuto col motore e con i fari accesi a distanza di circa un centinaio di metri dal punto in cui è caduto il 22enne. Non è da escludere pertanto che i fratelli Mazza abbiano cercato di allontanarsi dall’auto e dal loro assassino che li avrebbe inseguiti premendo il grilletto alle loro spalle. Al tempo stesso non è da escludere che tra i due giovani e la persona che ha fatto fuoco su di loro possa esserci stata qualche discussione, come, al momento, non è neanche da scartare l’ipotesi che Rosario e Simone fossero attesi da qualcuno.
Fatto sta che entrambi sono stati colpiti e chi ha premuto il grilletto l’ha fatto con l’intenzione di uccidere.
Scattato l’allarme sul posto sono subito giunti i sanitari del 118 che hanno prestato le prime cure sul posto al ragazzo ferito e constatato il decesso del fratello. Poi la disperata corsa nella notte verso l’ospedale di Vibo Valentia nel tentativo di riuscire a strappare Simone alla morte. E mentre l’ambulanza si allontanava a sirene spiegate, lungo la via Provinciale di Acquaro in scena è andato il dolore. Quello dei familiari dei due giovani e della madre soprattutto le cui grida hanno squarciato il silenzio della fredda sera.
Per tutta la notte i carabinieri hanno lavorato allo scopo di riuscire a chiarire non soltanto la dinamica ma l’intero contesto entro cui collocare il grave fatto di sangue, anche perché, a causa delle gravissime condizioni, non è stato possibile sentire Simone l’unico che avrebbe potuto aiutare nell’immediatezza gli investigatori a capire cosa sia successo. Ad Acquaro a coordinare le indagini si è recato il comandante provinciale Gianfilippo Magro raggiunto poi dal magistrato di turno. Attività che viene espletata dai militari della Compagnia di Serra San Bruno – al comando del cap. Mattia Ivano Losciale – e delle Stazioni di Arena e di Soriano. Al contempo in azione sono entrati pure i carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche per i rilievi del caso e sul luogo dell’omicidio e del tentato omicidio è arrivato pure il medico legale. Ed elementi utili alle indagini li fornirà di certo l’autopsia sul corpo di Rosario Mazza.
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