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Corsi di formazione “fantasma”,
in 16 a giudizio

Corsi di formazione “fantasma”, in 16 a giudizio

Sedici persone rinviate a giudizio, tre proscioglimenti, undici sentenze di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione e altre nove sentenze di non luogo a procedere a carico di altrettanti soggetti giuridici. È questa la decisione del giudice Pietro Carè (cancelliere Paola Mondello) nei confronti di trenta imputati e nove società rimasti coinvolti in un’inchiesta su una presunta maxi truffa scaturita da corsi di formazione “fantasma”.

Le persone rinviate a giudizio con le accuse di associazione per delinquere e tentata truffa aggravata in concorso sono Maurizio Vadacchino, 58 anni, di Amantea (Cs); Maria Raluca Bilt, 34, rumena; Sviatlana Malets, 39, bielorussa; Maria Cristina Alfano, 42, di Cosenza; Laura Mollica, 47, di Roma; Riccardo Giannetti, 78, di Siena; Roberto Ragadali, 51, di Cosenza; Francesca Papini, 53, di Firenze; Umberto Dal Maso, 53, di Trapani; Marino Bonanno, 47, di Amantea (Cs); Silvano Perri, 62, di Amantea (Cs); Francesco Sassone, 40, di Cassano Ionio (Cs); Tommaso Caporale, 36, di Cosenza; Adelina Nesci, 45, di San Lucido (Cs); Egidio Esposito, 71, di Lamezia; Saverio Zavettieri, 74, di Bova (Rc). Per loro il processo inizierà il 23 marzo. Le tre persone prosciolte sono Antonio Maletta, 45, di Figline Vegliaturo (Cs); Domenico Ferraro, 55, di Longobucco (Cs); Elena Salvatorelli, 42, di Termoli (Cb). Sentenza di non luogo a procedere perchè i reati sono estinti per intervenuta prescrizione nei confronti di Giovanni Antonio Bruno, 47, di Scanzano Jonico (Mt); Maria Concetta Sinatra, 76, di Paternò (Ct); Vincenzo Scerra, 70, di Catania; Vincenzo Loiero, 57, di Paola (Cs); Antonino De Lorenzo, 62, di Acquappesa (Cs); Laura Di Renzo, 51, di Roma; Giacomo Guido, 49, di Amantea (Cs); Annunziata Tripodi, 68, di Mongiana (Vv); Antonio Borrello, 71, di Pizzo (Vv); Fernando Gidaro, 46, di Catanzaro; Rosario Palaia, 55, di Catanzaro. A questi vanno aggiunti 9 soggetti giuridici per i quali, così come per le persone fisiche, è stata emessa sentenza di non logo a procedere; si tratta dell’associazione Ulisse con sede legale a Siena, del consorzio For.ma.re con sede legale ad Amantea (Cs), dell’Alliance 2000 anch’essa di Amantea, della One srl di Rende (Cs), dell’agenzia Musafa Viaggi di Amantea, della Cba Asociati - Dge Bruxelles con sede legale a Siena, dell’ente morale Isest anch’esso di Siena, e infine della Eblunet srl e della Gentes Ricerche Studi Turismi entrambe di Cosenza. Nel collegio figurano, tra gli altri, gli avvocati Danilo Iannello, Piero Mancuso, Vittorio Ranieri, Aldo Casalinuovo, Enzo Savaro e Nunzio Raimondi.

Tra gli imputati figurano anche due politici, l’ex assessore regionale Saverio Zavettieri e l’ex consigliere Antonio Borrello, accusati di aver ottenuto in maniera illecita finanziamenti per corsi di formazione professionale per un importo totale di oltre undici milioni di euro, di cui oltre cinque sarebbero stati percepiti. “Mente” della presunta truffa, secondo la Procura catanzarese sarebbe stato tuttavia Maurizio Vadacchino, che nel periodo in cui Zavettieri era assessore alla Cultura avrebbe ottenuto «l’approvazione di ingenti finanziamenti comunitari e regionali, facendo inserire il più delle volte nelle commissioni aggiudicatrici o sè stesso o persone a lui vicine». Avvalendosi poi «del sostegno di una rete di collaboratori e dell’ausilio di taluni funzionari pubblici (in particolare dirigenti scolastici, funzionari e dirigenti regionali, politici di varia estranzione)» lo stesso Vadacchino avrebbe attestato «il regolare svolgimento dei corsi finanziati e l’esborso di spese meramente fittizie attraverso la redazione di documentazione amministrativa e di fatture per operazioni in realtà inesistenti». Come contropartita per l’aiuto prestato, secondo l’accusa Zavettieri avrebbe segnalato 12 persone che avrebbero dovuto percepire «dai 4 ai 7mila euro senza prestare alcuna attività».

Borrello è coinvolto invece con la moglie Annunziata Tripodi, funzionaria regionale: per “aggiustare” la documentazione di alcuni corsi avrebbero accettato uno sconto di 30mila euro sull’acquisto di una barca intestata alla società di una presunta prestanome di Vadacchino.

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