Soldi pubblici destinati allo sviluppo della Calabria investiti in fondi a elevato rischio con una perdita secca di un milione e mezzo. Sul caso Fincalabra, un pasticcio di “ingegneria finanziaria” consumato nel 2015 ed emerso nei mesi scorsi, si aprono le porte delle aule di giustizia. È fissata per martedì prossimo l’udienza davanti al Tribunale di Catanzaro sull’azione di responsabilità (prevista dall'art. 2393 del codice civile) promossa da Fincalabra Spa nei confronti dei suoi ex amministratori che hanno rivestito la carica al momento dell'adozione di atti di gestione dei fondi amministrati dalla stessa Fincalabra per complessivi 46.950.000 euro. Assistita dagli avvocati Oreste Morcavallo, Aristide Police, Francesco Manganaro e Damiano Libonati, Fincalabra ha citato in giudizio l'ex presidente del consiglio di amministrazione Luca Mannarino e gli ex amministratori Pio Turano e Marcello Martino. La società finanziaria regionale contesta agli ex amministratori di avere investito le risorse pubbliche in strumenti finanziari rischiosi creando un danno di 1.543.000 euro.
Intanto con un altro giudizio la stessa Fincalabra ha promosso azione contro la spa Banca Widiba per il danno causato dagli investimenti, per omessa informativa sulla rischiosità altissima dei fondi prescelti, anche in considerazione della natura comunitaria delle risorse impiegate. È stata, per questi motivi, già presentata la domanda di mediazione all’Organismo di Conciliazione dell'Ordine degli avvocati di Milano e all'esito si procederà con atto di citazione davanti al Tribunale del capoluogo lombardo. Intanto l’Avvocatura regionale chiarisce che la sentenza della Corte costituzionale relativa all’ex presidente di Fincalabra non incide sull'attuale posizione di Mannarino, in quanto lo stesso è stato rimosso dall’incarico di presidente della Spa «per giusta causa».