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Sanità, da novembre i contratti saranno a tempo indeterminato

Sanità, da novembre i contratti saranno a tempo indeterminato

Se il cuore della sanità è il malato, nella mente di chi non ha un lavoro il “comparto Salute” significa soprattutto possibili assunzioni. In tal senso il momento è meno drammatico del passato. La Struttura commissariale delegata all’attuazione del Piano di rientro aspetta il 31 ottobre, data di scadenza dei circa 600 contratti a tempo determinato autorizzati il 5 luglio, per trasformarli in contratti a tempo indeterminato. Ciò non vuol dire - va sottolineato - che saranno confermati contrattualmente gli stessi operatori assunti a tempo determinato, ma si scorreranno le graduatorie esistenti e verranno banditi nuovi concorsi. Ma c’è di più. Grazie alla manovra “espansiva” del Governo a cui è ispirata la legge di bilancio 2017, in Calabria il prossimo luglio verranno autorizzate le programmate 300 nuove assunzioni e le 300 stabilizzazioni.

Prevenzione dei tumori

Intanto la Struttura commissariale non dimentica il parallelo percorso sulla prevenzione e prosegue l’iter relativo alla normalizzazione di tutti gli screening oncologici. Dunque non solo lo screening finalizzato alla scoperta di eventuali tumori al seno è stato riavviato, ma è partito un progetto più ampio. A margine dell’incontro del 30 settembre a Palazzo Alemanni, sede della Struttura commissariale guidata da Massimo Scura e Andrea Urbani, sono state prese alcune decisioni programmatiche e operative per chiudere il 2016 con un sensibile recupero sul tempo perso negli ultimi anni a causa delle inefficienze del sistema informatico acquistato “in riuso” dal Piemonte. Lo screening della cervice uterina, che colpisce una donna ogni 10mila e riguarda la fascia d’età dai 25 ai 64 anni, attualmente viene effettuato ogni 5 anni. Le giovani tra i 25 e 29 anni vengono sottoposte a Pap test, mentre le donne dai 30 ai 64 anni vengono sottoposte all’Hpv e solo in caso di dubbio sottoposte a Pap test. Il processo tumorale da papilloma virus è in genere piuttosto lento impiegando fino a 20 anni, un tempo sufficiente per consentire alle donne, se costanti nel controllo di debellare il virus o interrompere lo sviluppo del tumore fin dagli stadi iniziali. Per la Calabria si è deciso, almeno per il 2016, che per le aree Nord e Sud tutto il ciclo di screening venga svolto in collaborazione dalle Asp e dagli ospedali di riferimento. Per l’area Centro, Vibo e Crotone in questi mesi finali dell’anno opereranno in autonomi mentre le altre tre aziende avranno come riferimento il policlinico Mater Domini.

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