«Il ponte sullo Stretto? Perché no? Ma detta così la risposta è necessariamente semplicistica. La questione è un po’ più complessa ...». Rilanciato dal presidente del Consiglio Matteo Renzi dopo mesi di quiete, il tema dell’attraversamento stabile sullo Stretto di Messina è tornato prepotentemente d’attualità. Una tempesta nel dibattito politico, con favorevoli e contrari l’un contro l’altro armati da ben definiti arsenali ideologici. Per Mario Oliverio, presidente della Regione Calabria, la questione invece ideologica non lo è per nulla. Complessa sì, ma da analizzare con spirito libero da pregiudizi.
Complessa? Bene, Presidente: proviamo a spiegare.
«In primo luogo va da sé che l’infrastruttura si giustifica quale tassello di progetto generale all’interno di un programma di ammodernamento complessivo del sistema dei trasporti dell’intero Meridione. In questo quadro l’attraversamento stabile dello Stretto di Messina non è solo un punto centrale della mobilità tra Sicilia e Calabria, cosa che sarebbe riduttiva, ma del Sud nel suo insieme e in una cornice ben più ampia, di scala europea, lungo l’asse del corridoio Palermo - Berlino. E dentro questo progetto generale deve esservi anche l’alta velocità, che non può fermarsi a Napoli».
Lei sul tema dell’Alta Velocità torna spesso...
«Si capisce: infatti come Giunta regionale abbiamo licenziato giusto il 27 settembre un documento, propedeutico allo studio di fattibilità dell’Altà Velocità per la redazione del quale nel “Patto per la Calabria” abbiamo stanziato sei milioni di euro; nel documento abbiamo inserito indicazioni per ridurre i costi riportandoli agli standard spagnoli, da 8 a 20 milioni di euro per chilometro, mentre i costi italiani sono ben superiori, tra 20 e 65 milioni a chilometro. Il nostro obiettivo è giungere a collegare Roma e Reggio Calabria in meno di tre ore con convogli che viaggino a velocità dell’ordine di 300 chilometri all’ora».
Sì, ma tornando al Ponte?
«Ci arrivo subito, perché in questa visione appena accennata, insieme al completamento della A3, al potenziamento della ferrovia jonica da innalzare a rango “C” e all’ammodernamento della strada statale 106 jonica, il ponte sullo Stretto diventa un tassello del disegno complessivo di rinnovamento infrastrutturale dell’intero Mezzogiorno e un elemento essenziale del corridoio Palermo - Berlino - Kiev, dunque una grande risorsa. Ne abbiamo recentemente abbiamo discusso col ministro Delrio, e ora chiederemo un incontro al presidente Renzi. Vogliamo illustrargli un progetto che consenta alla Calabria di uscire dall’isolamento e alla Sicilia di riappropriarsi di una mobilità verso nord che le è negata».
In parallelo, allora, si potrebbe ragionare anche intorno alla questione Porto di Gioia Tauro.
«Certo. L’area di Gioia Tau ro è, per noi, un elemento imprescindibile per qualsiasi progetto di sviluppo che consideri la posizione geografica di Sicilia e Calabria nel cuore del Mediterraneo. Ed è in questa cornice che si inserisce l’accordo di programma-quadro che abbiamo sottoscritto. Gioia Tauro per noi assume un ruolo e una funzione strategica: non solo il più grande polo di transhipment del Mediterraneo, ma vera e propria “porta” nel sistema di intermodalità del corridoio Palermo - Berlino, necessaria per intercettare i flussi che dal Mediterraneo si spostano in direzione Nord Europa. Il moltiplicarsi dei volumi di traffico con il raddoppio del canale di Suez costituisce una opportunità da cogliere, che restituisce a porto di Gioia Tauro il ruolo di tassello di un disegno più generale, per ambire a recuperare una funzione importante, non un’opera di interesse regionale ma nazionale e continentale. Su questi temi - Alta Velocità, ammodernamento delle linee joniche su ferro e gomma, Ponte sullo Stretto e area di Gioia Tauro quali tasselli di un grande progetto strategico - chiederemo l’incontro a Renzi».