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Sanità malata, blitz
dei Nas in ospedale

Sanità malata, blitz dei Nas in ospedale

L’inchiesta sulla sanità malata a Cosenza è cominciata ieri mattina con uno spettacolare blitz in ospedale dei carabinieri della Compagnia e dei reparti speciali del Nas. Le “divise nere” sono state inviate all’“Annunziata” dal capo dei pm, Mario Spagnuolo, e dall’“aggiunto”, Marisa Manzini, col preciso obiettivo di tutelare la sicurezza dei cittadini e il personale in servizio nella struttura. L’operazione rappresenta solo la prima parte di un’attività investigativa che potrebbe proseguire anche fuori città, puntando dritta a Catanzaro. Gl’investigatori dell’Arma sono entrati in Pronto soccorso, nelle corsie, nelle sale operatorie, nei bagni. Hanno scattato centinaia di foto, annotato le segnalazioni di medici e infermieri, verificato lo stato di salute degli ambienti e degli arredi, degli impianti elettrici e dei gas ospedalieri. È stata verificata anche l’assistenza ai ricoverati, la pulizia dei locali, lo stato generale dell’igiene. L’ispezione s’è conclusa nella morgue, poco prima di mezzogiorno. L’obiettivo era quello di verificare la qualità generale dei livelli di assistenza offerta ai cittadini. E di appurare l’esistenza di eventuali infrazioni di carattere strutturale. Riserbo massimo da parte degli inquirenti. Certi spifferi annunciano, però, l’esistenza di alcune criticità puntualmente annotate. Una prima informativa redatta dal tenente Felice Bucalo e dal comandante dei carabinieri per la tutela della salute, il luogotenente, Vitaliano Ruga, è stato già inviato in Procura. Il resto dell’ispezione verrà condensato nel rapporto conclusivo degli investigatori che conterrà anche eventuali proposte e suggerimenti per sanare eventuali falle presenti nel sistema pubblico di assistenza sanitaria.

È il fronte caldissimo che da tempo agita. I carabinieri hanno raccolto le prove dell’assalto quotidiano al pronto soccorso con tanta gente in coda che aspetta d’essere visitata. Gente che lamenta dolori “sospetti” al petto, che ha mal di pancia, occhi arrossati, gambe fratturate. Ma c’è anche chi arriva con infarti o ictus in atto, con fratture multiple. Ogni giorno è così, nel “lazzaretto” dell’“Annunziata”. Medici e paramedici devono gestire un numero incredibile di parenti al seguito di dozzine di ammalati con i volti sofferenti che aspettano di ricevere il responso sul loro male. Un angosciante pellegrinaggio che si muove da ogni angolo del Cosentino perchè l’“Annunziata” è il presidio di riferimento dell'intera provincia e, soprattutto, perchè manca il necessario filtro dei medici di base e delle strutture territoriali dopo la chiusura di quasi tutti i centri di cure primarie. E anche quello del funzionamento medicina territoriale, probabilmente, sarà uno degli argomenti che l’inchiesta proverà a sviluppare.

Ma l’emergenza dell’“Annunziata” non è solo il Pronto soccorso. Ci sono liste troppo lunghe che finiscono per condizionare le scelte dei pazienti (e, di conseguenza, appesantiscono i bilanci dell’Azienda sanitaria), sempre più convinti a cercare altrove risposte ai loro mali, gonfiando, inevitabilmente, le cifre della migrazione sanitaria.

Ci sono pazienti che restano in coda per troppo tempo prima di poter essere sottoposti alla risonanza magnetica nucleare o a una tac. Mesi in coda anche per esami endoscopici, per interventi chirurgici non urgenti. C’è da aspettare persino per un posto letto. E non mancano i problemi strutturali che, poi, sono legati all’età della costruzione. Ogni tanto qualche piccolo cedimento strutturale segnala la necessità di interventi inevitabili in un ospedale che comincia ad avere i suoi anni. Eppure la politica continua a dispensare annunci. Come quello di Mario Oliverio che ha promesso un ospedale tutto nuovo a Vaglio Lise, anche se Carlo Guccione, che è consigliere regionale del Pd, lo stesso partito del governatore, ha più volte evidenziato la mancanza di una copertura economica. Più realista il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, che vorrebbe recuperare l’ospedale civile realizzando un collegamento a gradoni con l’altro presidio cittadino, il “Mariano Santo”.

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