Circa 80 milioni di euro di fondi Por stanziati per la messa in sicurezza del territorio calabrese sarebbero stati distratti e utilizzati per il pagamento degli stipendi degli operai forestali. E' quanto emerge dall'inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Catanzaro su Calabria Verde, ente strumentale della Regione che ha accorpato l'ex Afor e le ex Comunità montane, e che stamani ha portato a 3 arresti. I finanzieri del Comando provinciale di Catanzaro, in esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip su richiesta della Procura, hanno condotto in carcere l'ex direttore generale dell'azienda Paolo Furgiuele e il dirigente Alfredo Allevato ed agli arresti domiciliari è stato posto Marco Mellace, dirigente dell'economato. Per l'ex dirigente Antonio Errigo è stata disposta l'interdizione dai pubblici uffici mentre l'obbligo di dimora è stato deciso per l'agrotecnico Gennarino Magnone. I cinque devono rispondere a vario titolo dei reati di abuso d'ufficio, peculato, falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale e minacce a pubblici ufficiali. Una vicenda che gli inquirenti hanno definito "sconcertante". I particolari dell'indagine sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa cui hanno partecipato il procuratore capo Nicola Gratteri, l'aggiunto Giovanni Bombardieri, il generale della Guardia di finanza Gianluigi Miglioli, il colonnello Carmine Virno e il tenente colonnello William Vinci. Nel corso delle indagini sono state monitorate alcune riunioni in cui i responsabili dei cantieri sarebbero stati minacciati e costretti a presentare stati di completamento di opere in realtà mai realizzate. All'ex dg Furgiuele è contestato anche di aver utilizzato operai e forniture dell'azienda per ristrutturare la sua abitazione di Amantea. Circa dieci operai avrebbero lavorato nella casa privata del dg mentre risultavano impegnati nei lavori di ristrutturazione degli uffici di Calabria Verde a Paola. Tra le altre cose Furgiuele avrebbe usato il parquet destinato agli uffici dell'azienda. Un danno di circa 33mila euro. L'ultima contestazione riguarda l'incarico da "dottore agronomo" per 30mila euro, di cui riscossi solo 17 mila, a un agrotecnico, amico del direttore generale, senza che ne avesse i titoli per ricoprirlo.
"In 30 anni nulla sembra cambiato nella gestione della forestazione calabrese". Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri illustrando i risultati dell'inchiesta su Calabria Verde. "La mia prima indagine quando ero giudice istruttore a Locri - ha raccontato il magistrato - riguardava proprio la forestazione. Emersero illeciti e clientele che portarono anche all'arresto dell'allora vicepresidente del consiglio regionale. Con questa nuova indagine mi sono reso conto che nulla è cambiato. Negli indagati di oggi rivedo la stessa arroganza e sicurezza dell'impunità". "Noi non siamo chiamati a dare giudizi etici - è stato il commento del procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri - ma dobbiamo individuare fatti penalmente rilevanti. Ebbene quello che è emerso durante le indagini è sconcertante con un utilizzo spregiudicato di fondi pubblici. L'inchiesta rappresenta solo un primo step di un'indagine più ampia". Il colonnello della Guardia di finanza Carmine Virno ha invece sottolineato come la gestione dei vertici di Calabria Verde abbia prodotto "un danno di circa 80 milioni di euro alle casse della Regione. L'ente infatti non potrà rendicontare alla commissione europea e i soldi già spesi resteranno quindi in carico alla Regione".
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