Il mistero è dentro due Smart, due city-car, che qualcuno ha fatto saltare in aria allo stesso orario, le 4.15, della notte tra sabato e ieri. Due auto identiche, parcheggiate in via Falcone, nel centro di Cosenza, a una quarantina di metri di distanza l’una dall’altra. Una è di proprietà della moglie del sindaco di Rende, Marcello Manna, che è un noto avvocato penalista, uno dei principi del foro, con assistiti in tutta Italia. L’altra è di un imprenditore nel settore della compravendita automobilistica. Due storie personali e professionali completamente differenti che si sono improvvisamente intrecciate attorno al medesimo destino. La Mobile ha già avviato le indagini e, per adesso, non esclude ipotesi. Se è racket, e quindi ’ndrangheta, allora il bersaglio potrebbe essere l’operatore economico, se è altro, invece, le attenzioni si sposterebbero sul sindaco-avvocato. Potrebbe trattarsi, ad esempio, di una piccola miserabile vendetta, da parte di chi non si sarebbe visto accettare una richiesta (per un lavoro o un piccolo appalto) al Comune di Rende, o potrebbe rappresentare la reazione a una causa dall’esito non preventivato. Ma non va sottovalutata, neppure, una potenziale risposta dei clan alla stagione del rinnovamento avviata da Manna a Rende. Ipotesi. In queste ore vale tutto e il contrario di tutto. Ma c’è un elemento sul quale, però, i detective del vicequestore Giuseppe Zanfini sembrano concordare: chi ha agito non aveva elementi chiari sull’obiettivo da colpire e davanti a due auto molto simili parcheggiate nella stessa zona, non avrebbe esitato a farle saltare entrambe. Non una ma due piccoli ordigni. Non uno ma due danneggiamenti notturni. Non professionisti, dunque, ma ragazzi senza arte né parte che con quattro soldi vanno in giro a seminare il terrore. Balordi che sanno di restare impuniti perchè a Cosenza l’impianto di videosorveglianza urbano resta “non vedente”. Non ci sarebbero immagini dell’attentato. Nessuna testimonianza.
Manna, ieri, ha trascorso la sua giornata in serenità al mare, tra San Nicola Arcella e San Lucido. Poi, in serata, ha raggiunto il “San Vito” di Cosenza per assistere al debutto del Cosenza calcio con il Taranto. Al suo fianco, c’erano il consigliere comunale di Rende, Gaetano Morrone, e il capo dell’ufficio stampa, Marcello Romanelli. Tutto questo mentre sono piovuti decine di messaggi di solidarietà a cominciare da quella del sottosegretario allo Sviluppo Economico, Tonino gentile, che in una nota parla di «gesto grave ed esecrabile. È gravissimo che per la prima volta si faccia uso di esplosivo, se pur a basso potenziale, per colpire un uomo delle istituzioni. Esprimo forte vicinanza al sindaco Manna e invito a non sottovalutare l’episodio». Anche il leader calabrese di Forza Italia, attraverso una nota, denuncia «gesti inqualificabili e vili che nessuna comunità, nessun cittadino, nessuna istituzione possono tollerare. Sono i metodi che ci fanno vergognare, basati sull'incultura, sulla prepotenza e su tutto ciò che non siamo. Esprimiamo tutta la nostra vicinanza a loro ed ai propri familiari con la speranza che le indagini della squadra mobile possano al più presto fare chiarezza consegnando nelle mani della giustizia i colpevoli».