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La gestione del Comune
nel mirino della Procura

comune catanzaro

Appalti, concorsi, rotazioni dirigenti e altre questioni amministrative. È un’inchiesta a tutto campo su ciò che sta avvenendo al Comune quella avviata dalla Procura della Repubblica del capoluogo che ha delegato ale indagini il nucleo di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza che già si è messo in moto. Nelle scorse settimane sarebbero almeno cinque i consiglieri comunali che sono stai sentiti dagli inquirenti come persone informate sui fatti e convocate ufficialmente nella sede della pg delle Fiamme gialle. Molto variegate le domande: si va dall’appalto allo stadio a quello sulla depurazione per finire a informazioni sui “colleghi”. Insomma, sono veramente tanti i campi sui quali la Procura ha deciso di vederci chiaro. Non è escluso che, dopo la pausa estiva, i finanzieri possano sentire, sempre come persone informate sui fatti, anche altre persone

L’inchiesta è scattata a seguito dell’esposto denuncia presentato alla fine del mese di dicembre dello scorso anno dal sindaco Sergio Abramo il quale ha presentato in Procura un dossier chiedendo di aprire un’inchiesta alla luce di «quanto intervenuto nella seduta del Consiglio comunale del 26 novembre scorso» che «ha generato artificiose ombre sulla dirigenza comunale e di riflesso su tutta la città».

In quella tumultuosa seduta, si registrarono i rilievi tecnici mossi dal consigliere Carlo Nisticò a uno dei punti all’ordine del giorno, vale a dire l’approvazione del regolamento per la nuova disciplina dei contratti e la conseguente abrogazione di quello del 2002. Un atto giudicato obsoleto da Nisticò che ha puntato l’indice contro gli uffici riferendo anche «di trovarsi indagato per le segnalazioni di qualche dipendente di Palazzo De Nobili, anche in divisa, per cui ha dovuto recarsi dai magistrati a rendere le dichiarazioni del caso». Ma le sue perplessità non furno fugate dal dirigente competente Antonino Ferraiolo, la cui presenza in Aula fu subito invocata, che ha detto: «Ogni ente ha l’obbligo di adeguare i regolamenti interni alla legge vigente. A noi può essere sfuggito qualcosa e dopo un’accurata disamina ce ne faremo carico, anche perché si tratta di una materia in continua evoluzione. C’è un aspetto, però, su cui nessuno può alimentare il benché minimo sospetto. Mi riferisco al fatto che l’individuazione degli operatori viene condotta nella massima trasparenza. C’è la possibilità di espletare una procedura negoziata, ma con criteri ben definiti». Spiegazioni che, come premesso, non hanno persuaso Nisticò (astenutosi al pari di Eugenio Riccio, Marco Polimeni e Agazio Praticò), il quale aveva in precedenza chiesto: «Voglio capire come avviene la selezione delle ditte. Se c’è la necessaria rotazione. E sono così disturbato dalla faccenda perché la scorsa estate non siamo riusciti a comprare le panchine del lungomare, per un valore di appena 20mila euro, quando invece si assiste all’assegnazione di incarichi a pagamento e al conferimento di commesse con spese a destra e a manca». La pratica tuttavia passò con 9 “sì”, nessun contrario e la fuoriuscita della minoranza.

Da qui l’iniziativa di Abramo che depositò pure copia della trascrizione degli interventi nella seduta e altri documenti. L’esposto fu elaborato dal sindaco dopo un primo incontro con il procuratore generale Raffaele Mazzotta che non soltanto allargò le braccia sulla propria competenza ad aprire inchieste ma fece anche rilevare la mancanza, allegata al dossier, di una formale denuncia. Un passaggio completato nei giorni successivi. «L’iniziativa, pur nella constatazione che nei predetti interventi vengono espresse mere ipotesi e generici sospetti di irregolarità amministrative, nell'ambito di un dibattito politico non sempre sereno e anzi manifestamente strumentale – spiegò una nota diffusa da Palazzo De Nobili – è intervenuta proprio per dimostrare che l’ufficio del sindaco non ha mai inteso e non intende nascondere o coprire alcunché e che, quindi, non solo trasmette esso stesso direttamente il documento quanto, come già fatto informalmente in colloquio con il procuratore generale per l’esigenza di chiarire anche a detta alta autorità quanto sta avvenendo, si pone a disposizione per fornire ogni eventuale occorrente ulteriore documentazione o informazione utile chiedendo, anche, di essere sentito dal procuratore. Anche se per la verità – continua la nota – sulle materie per le quali risultano effettuate delle ipotesi di non regolarità, a quanto risulta, la Procura risulta già informata».

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