Il bando pubblicato, poi revocato e infine ripubblicato dopo l’annullamento delle prime graduatorie. In ballo milioni e milioni di euro, roba capace d’innescare interessi e appetiti enormi. Da anni ormai la magistratura ha acceso i riflettori sul “caso edilizia sociale” in Calabria: ieri uno dei passaggi cruciali della delicata inchiesta, con la requisitoria dei sostituti procuratori Domenico Guarascio e Fabiana Rapino nell’ambito dell’udienza preliminare in corso a Catanzaro.
I due pm hanno chiesto il rinvio a giudizio per nove dei dieci indagati. Tra loro figura l’attuale vice presidente del Consiglio regionale ed ex assessore nella precedente Giunta di centrodestra Giuseppe Gentile; rischiano di finire sotto processo anche i dirigenti generale e di settore del dipartimento regionale alle Infrastrutture e alle Politiche della casa, Giovanni Laganà, e Antonio Capristo, il dirigente dell’avvocatura regionale Filippo Arillotta, il rappresentante della società cooperativa “Casabella”, William Grimoli, il legale rappresentante dell’impresa di costruzioni “Arteg”, Giovanni Pianini, quello dell’impresa “Fiore Cava”, Fiore Cava, il legale rappresentante dell’impresa “Simea”, Antonio Tallarico, e quello della cooperativa “Il Parco”, Bina Sprovieri.
È stata avanzata richiesta di non luogo a procedere, invece, per il dirigente regionale nmonché responsabile unico del procedimento e presidente della commissione del bando sull’edilizia sociale, Domenico Pallaria. L’udienza proseguirà prossimo 22 luglio.
Politici, dirigenti regionali e legali rappresentanti d’imprese devono rispondnre a vario titolo di abuso d’ufficio in concorso e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale o da privato in atto pubblico.
Durante le fasi prelimnnarte dell’indagine furono sentiti tutti i componenti dell’ex Giunta guidata da Giuseppe Scopelliti che spiegarono ai due sostituti procuratori della Repubblica il meccanismo con il quale vennero adottati i provvedimenti per quanto riguarda la gestione dell’iter dei finanziamenti. L’inchiesta, infatti, ruota intorno all’annullamento del bando per la realizzazione di alloggi di edilizia sociale, avvenuto nel 2010 quando la graduatoria dei beneficiari dei finanziamenti era già stata formulata, e alla successiva pubblicazione di un nuovo bando, a seguito del quale il risultato della prima selezione è stato “rivoluzionato”. Ma sotto la lente d’ingrandimento sono finite pure alcune procedure preliminari: il riferimento è allo spostamento di alcuni dirigenti, secondo la Procura, «funzionale alla volontà di annullare, tra le altre cose, gli esiti e la graduatorie del bando di concorso per la realizzazione di alloggi di edilizia sociale da offrire in locazione o in proprietà».
Secondo l’accusa, piazzate le pedine ai posti giusti, si sarebbe proceduto all’annullamento del bando pubblicato nel 2008 dalla precedente Giunta guidata da Agazio Loiero arrecando «intenzionalmente ingiusti danni alle imprese risultate vincitrici in base alle graduatorie approvate e ammesse al finanziamento». Ovviamente è necessario sottolineare che si tratta soltanto di accuse ancora tutte da dimostrare in un'eventuale fase dibattimentale e dalle quali gli indagati avranno comunque modo di dimostrare la loro eventuale estraneità.
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Affari milionari
La legge prevede contributi per l’acquisto della prima casa e la realizzazione di alloggi a canone sostenibile, destinati alle famiglie meno abbienti, alle giovani coppie, a pensionati a basso reddito e agli immigrati. Il primo bando della Regione per l’edilizia sociale è stato presentato nel 2008 (ed è stato revocato a novembre del 2010, quando ormai erano state approntate anche le graduatorie dei beneficiare dei finanziamenti (sono stati stanziati ben 155 milioni di euro). La Giunta Scopelliti ha poi pubblicato, il 22 dicembre del 2010, un secondo bando che ha naturalmente “rivoluzionato” le graduatorie.