Calabria

Sabato 23 Novembre 2024

Ora la Sicilia e la Calabria si candidano a nuovi “hub” del Mediterraneo

Ora la Sicilia e la Calabria si candidano a nuovi “hub” del Mediterraneo

Può esistere una crescita senza sviluppo? Senz’altro sì, se ci fermiamo a considerare solamente l’aspetto quantitativo del concetto in questione, quello, cioè, che viene fotografato dagli incrementi del Pil. È, invece, la “qualità” dell’aumento della ricchezza prodotta, cioè come essa viene “spalmata” sul Paese, che dà conto e ragione del progresso di un intero sistema. Per il Mezzogiorno è necessario elaborare strategie di sviluppo che non si limitino solo a una crescita di tipo quantitativo, che non puntino, cioè, solo a un incremento del Prodotto interno lordo, ma che guardino anche al valore aggiunto dei servizi offerti al cittadino e alle imprese. La crescita, insomma, deve tradursi in un aumento tangibile delle condizioni di vita e delle “opportunità” di sviluppo, perché lo Stato non deve fabbricare posti di lavoro, ma deve, invece, creare le condizioni più favorevoli per gli investimenti e, transitivamente, per l’occupazione. Per il Sud questo significa sfruttare tutte le occasioni che vengono offerte, non solo dal mercato, ma anche dall’ineludibile rinnovamento della rete infrastrutturale del Paese, assolutamente sottodimensionata per quelle che sono le esigenze di una grande democrazia industriale all’inizio del Terzo millennio. Oggi, per esempio, è necessario elaborare un modello che riporti Sicilia e Calabria al centro della loro collocazione geografica, come “crossroad” di scambio e cooperazione tra tre continenti.

La “rendita di posizione” di questo spicchio di Mezzogiorno è documentata dagli oltre tremila anni di storia, vissuti quasi sempre e innegabilmente da protagonista. E proprio la loro focalità, il loro essere intersezione tra Europa, Africa e Asia, che fa della Sicilia e della Calabria un laboratorio a cielo aperto per lo sviluppo sostenibile, imperniato sul rispetto dell’ambiente e su una rigorosa opportuna ripartizione delle risorse, che oggi è l’energia, in primis, e domani sarà anche l’acqua. La Sicilia e la Calabria potranno così essere un “hub” eccezionale, una piattaforma ideale d’incontro fra tre continenti se riusciranno a trasformarsi, concettualmente e nei fatti, non solo nel più meridionale dei territori europei ma anche nella più settentrionale delle regioni “africane” e, sia detto profeticamente, guardando ai nuovi assi delle reti energetiche e commerciali, anche nella più occidentale delle regioni “asiatiche”.

leggi l'articolo completo