Il vaccino era infetto, un milione e 200mila euro di risarcimento ciascuno a due uomini di San Lucido. E il ministero della salute dovrà anche pagare loro una retta mensile di 6mila euro al mese. I fatti risalgono a fine anni Cinquanta. Più di mezzo secolo passato con la poliomelite, una grave malattia infettiva a carico del sistema nervoso centrale che colpisce soprattutto i neuroni motori del midollo spinale. Nel 1958 Renato Filippo e Giovanni Nesci, dopo essere stati vaccinati accusano febbre molto alta e, ricoverati presso l’ospedale di Cosenza, i sanitari diagnosticano loro “poliomielite di tipo AA”. La malattia causava un forte deficit fisico, ossia una forte limitazione funzionale a una gamba che li ha per anni penalizzati e limitati. Per un errore terapeutico (in particolare di conservazione) i due malcapitati finivano per essere le ennesime vittime della malasanità italiana. Nel 2014, difesi dall’avvocato Anna Di Santo, si rivolgevano al Tribunale di Paola per la tutela dei propri diritti e, dopo solo un anno, Giovanni Nesci otteneva giustizia ottenendo sentenza di accoglimento della domanda giudiziaria. Ieri mattina identico esito è toccato a Renato Filippo. In particolare i magistrati del tribunale di Paola (prima il giudice Stella per il signor Nesci e ieri Cozzolino per Filippo) hanno riconosciuto ai due danneggiati l’indennizzo espressamente previsto dalla legge e, quindi, assicurato ai predetti un risarcimento pari a ben un milione e 200mila euro da erogare subito, nonché una rendita vitalizia di 6mila euro al mese.
Nella sentenza il giudice del Tribunale di Paola, Antonia Cozzolino, ha statuito che la causa della patologia accusata dal signor Filippo (così come era avvenuto anche per il Nesci) è derivata dalla somministrazione di un vaccino mal conservato dalle strutture sanitarie del comune di San Lucido, non dotate di adeguata cella frigorifera. In particolare i giudici hanno accertato che la poliomelite contratta è stata causata ai due neonati dall’antipolio tipo “Salk” mal conservato e quindi alterato, che veniva inoculato ai citati destinatari per via parentale dall’ufficiale sanitario del comune di San Lucido, dopo un’insistente campagna di vaccinazione per prevenire la dilagante poliomielite del tempo. Dopo anni di lotta i due sono stati risarciti per l’ ingiusto danno subito. In definitiva, Giovanni Nesci e Renato Filippo, possono ritenersi oggi finalmente soddisfatti dopo il lunghissimo calvario. A San Lucido nel 1958 i due erano stati sotto posti come tanti neonati del piccolo comune a vaccinazione antipolio. I due casi di poliomelite che hanno avuto il giusto indennizzo a distanza di un anno non sarebbero stati gli unici della zona. Anzi, la provincia di Cosenza ha conosciuto picchi molto alti. Come ministro della sanità Giacomo Mancini (ex sindaco di Cosenza) ripropose il modello di assistenza pubblica e gratuita, dotando il Sud e la Calabria di strutture ospedaliere degne di un Paese civile, riuscì quindi a debellare la poliomelite attraverso l’uso del vaccino Sabin superando ritardi e resistenze di ogni genere. Ma in precedenza senza ospedali nella zona tirrenica, c’era anche un altro problema: reperire dei luoghi dove conservare adeguatamente i vaccini. E così molti si ammalarono. Testimonianza che i danni da vaccino esistono. Il ministero della salute, attraverso la direzione della programmazione sanitaria, ha stabilito di erogare gli indennizzi ai soggetti danneggiati in modo irreversibile da vaccinazioni, trasfusioni e somministrazione di emoderivati. Nell’anno 2001 è avvenuta l’attribuzione delle competenze in materia di indennizzi alle Regioni a statuto ordinario, mentre le pratiche relative ai soggetti residenti nelle Regioni a statuto speciale, sono rimaste di competenza statale, pertanto in tali casi l’Ufficio provvede al completamento della procedura amministrativa di riconoscimento del diritto all’indennizzo e all’adozione del relativo provvedimento di liquidazione delle somme dovute.