Calabria

Sabato 23 Novembre 2024

Patrimonio pubblico
e colossali imbrogli

Patrimonio pubblico e colossali imbrogli

Truffe ad enti previdenziali, indebite percezioni di finanziamenti pubblici nazionali o europei, procedimenti aviatori da parte di enti locali iniziati e non definiti, illeciti comportamenti di dirigenti medici in danno di aziende sanitarie: è questo il campionario dei "colossali imbrogli al patrimonio pubblico" passato in rassegna pochi minuti fa dal presidente della Corte dei conti per la Calabria Mario Condemi durante la cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario. Condemi ha delineato i contorni di un quadro "che mostra un generale grado di pericolosità al quale sia gli organi istituzionali che dovrebbero reagire amministrativamente, normativamente o politicamente non sentono tale responsabilità sia buona parte dell'opinione pubblica si adagiano su una gattopardesca rassegnazione". Situazioni spesso generate "da un sistema disorganizzato amministrativamente, disomogeneo nei suoi disegni programmatici o migliorativi, frammentario, inefficiente e lento anche per incompetenza di funzionari ignavi nell'aggiornarsi e nel recepire nuovi stimoli professionali".

Esempi di questo tipo, ha detto il presidente, "sono in abbondanza in Calabria, specialmente nel settore sanitario". Da parte sua, la procuratrice Rossella Scerbo, ha affondato il dito nella piaga di sprechi delle risorse pubbliche "che si realizzano attraverso le più svariate condotte omissive: mancata riscossione dei ticket sanitari, esternalizzazioni e assunzioni di personale contra legem, distribuzione di retribuzione accessoria a pioggia senza curare il conseguimento del miglioramento della qualità e della quantità dei servizi resi, inutilizzazioni di immobili, illegittimità nella gestione delle forniture e della ripartizione delle risorse disponibili, assenteismo del personale dipendente, illegittimo esercizio dell'attività intramoenia, responsabilità medica". A livello normativo, Scerbo ha puntato l'indice contro il progetto di sottrarre alle competenze della Corte dei Conti gli interventi sanzionatori sulla malagestione delle società in house.

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