A quasi 4 miliardi di euro ammonta il “buco” nei conti dello Stato riconducibile ai comportamenti “impropri” dei dipendenti pubblici e di questa voragine gran parte è attribuibile al settore della sanità. Con il decreto 128/2015 sulla "regolamentazione del fenomeno delle inidoneità e idoneità con limitazione alle mansioni del personale del Sistema sanitario regionale e sull'utilizzo appropriato di tutto il personale” la struttura commissariale guidata da Massimo Scura e Andrea Urbani ha definito i criteri per contrastare il fenomeno dei cosiddetti imboscati. Questi principi, cogenti per le aziende sanitarie (Asp) ed ospedaliere, devono essere ora recepiti con apposite delibere aziendali e informare l'azione anti-spreco alla quale ogni azienda viene chiamata. Ogni nuova assunzione, prima di essere proposta alla struttura commissariale che la deve approvare, deve essere preceduta da un'analisi interna per verificare l'ottimizzazione delle risorse già disponibili. Ne consegue che ogni azienda oltre a formalizzare con una delibera il recepimento del decreto anti-imboscati deve attuarlo. Ogni violazione, soprattutto se reiterata, da parte dei manager delle Asp ed Ao a tali disposizioni, può costituire motivo di decadenza degli stessi direttori generali o commissari.
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