Dalle parti di Reggio Emilia e dintorni, i politici rischiano grosso se hanno in qualche modo a che fare con cutresi trapiantati nella Bassa, specialmente se questi ultimi portano un cognome “pesante” oppure finiscono per essere coinvolti in inchieste antimafia. Se il sindaco di Brescello Marcello Coffrini, dopo il pressing del Pd, annuncia le dimissioni per le parole imbarazzanti su Francesco Grande Aracri fratello di Nicolino (disse che era una brava persona), a pochi chilometri di distanza, il suo collega di Reggio Emilia, Luca Vecchi, finisce al centro di una bufera politica. Vecchi, o per meglio dire la moglie Maria Sergio, attuale dirigente del Comune di Modena ma dal 2004 al 2014 dirigente del Comune di Reggio Emilia con Delrio sindaco, nel 2012 ha comprato casa da una società (la M&F General service), il cui titolare era il 45enne di origine cutrese Francesco Macrì, finito agli arresti nell’ambito dell’operazione “Aemilia” e (insieme ad altre 146 persone), il 21 dicembre scorso rinviato a giudizio con l’accusa tra l’altro di essere un prestanome del boss Nicolino Grande Aracri.
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