Continuano le sorprese del pontificato di Jeorge Mario Bergoglio. Il 2016 sarà un anno «santo e straordinario» per la Calabria. Dopo due anni dalla visita fatta il 21 giugno del 2014 a Cassano, il Pontefice visiterà la città di San Francesco di Paola. Niente è ancora definito, ma non è da escludere, spiegano autorevoli voci vicine alla Santa Sede, che la nuova tappa calabrese potrebbe essere fissata già nelle prossime settimane. L’annuncio arriva inaspettatamente alla Vigilia dell’apertura dell’Anno Santo, dedicato alla Misericordia. Tra pochi giorni, infatti, prima il Santo Padre a Roma e poi tutti i vescovi del mondo nelle Chiese locali, apriranno in ogni cattedrale, oltre che nei santuari e nelle chiese stabilite, la Porta Santa, cioè una Porta della Misericordia, dove chiunque entrerà potrà sperimentare l’amore di Dio che consola, che perdona e dona speranza. La notizia della visita di Francesco in terra calabrese è scritta in una lettera «di tenerezza, preghiera e amicizia» inviata da papa Francesco a padre Giovanni Battista Urso, ministro provinciale dei frati cappuccini di Calabria e indirizzato agli anziani della casa di riposo “Eugenio e Concettina Tamburelli” di Lamezia Terme. La comunicazione che al momento non trova ufficialità, pare sia stata rivelata dal direttore della struttura lametina, Antonello Coclite, che ha anticipato il messaggio papale agli ospiti della casa di riposo medesima. A leggere la notizia ufficiale, invece, nei prossimi giorni, probabilmente, sarà lo stesso francescano padre Urso in una solenne celebrazione Eucaristica di cui seguiranno dettagli precisi. I dettagli della visita saranno comunicati, prossimamente, in una conferenza stampa in Vaticano, e probabilmente dalla Conferenza episcopale calabra. Per papa Francesco sarebbe la seconda visita a distanza di due anni circa, quando fece riflettere e pregare il popolo cristiano calabrese nell’area industriale di Cassano allo Ionio. «La Chiesa deve dire di no alla ‘ndrangheta. I mafiosi sono scomunicati», aveva ammonito duramente il Santo Padre parlando a braccio durante l’omelia della santa messa celebrata nella piana di Sibari. La prima tappa di Francesco in Calabria era stata nel carcere di Castrovillari, tra i detenuti: «vorrei esprimere - aveva detto - la vicinanza del Papa e della Chiesa a ogni uomo e ogni donna che si trova in carcere, in ogni parte del mondo. Gesù ha detto: “Ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Dio mai condanna, mai perdona soltanto. Il Signore ci dice: io ti perdono, ma adesso tu vieni con me». «Pregate per me - aveva aggiunto - perché anch’io faccio i miei sbagli e devo fare penitenza». Le istituzioni, aveva continuato il Papa, devono impegnarsi «all’effettivo reinserimento» nella società di chi sta espiando la pena perché «quando questa finalità viene trascurata, l’esecuzione della pena degrada a uno strumento di sola punizione e ritorsione sociale, a sua volta dannosa per l’individuo e per la società». A Cassano, poi, aveva incontrato i famigliari del piccolo Cocò Campolongo, il bimbo di tre anni ucciso e bruciato, nel gennaio di quell’anno, insieme al nonno dalle cosche della ‘ndrangheta. «Mai più - aveva detto loro il Pontefice - succeda che un bambino debba sopportare queste sofferenze».