Il collaboratore di giustizia, Carmine Venturino, che ha fatto ritrovare i resti di Lea Garofalo, è rinchiuso in un carcere «per soggetti detenuti “comuni”, ovvero possibile vittima ennesima sacrificale, poiché non consegnato a una struttura prevista per tale tipo di soggetti». A lanciare l'allarme il legale dell'uomo, l'avvocato Maria Claudia Conidi, che ha acceso i riflettori sulla vicenda dopo la trasmisisone del film in televisione sul caso di Lea Garofalo. «Esistono pentiti - ha proseguito l'avvocato - che hanno il programma di protezione e non hanno fatto rinvenire un bel nulla, e pure servono.. evidentemente. Ma quale priorità deve avere un soggetto che collabora con la giustizia… cosa interessa davvero allo Stato: assicurare la prova al giudizio.. o la vita di chi collabora rispetto al giudizio di chi non perdona?».
Ulteriori dettagli nell'edizione in edicola della Gazzetta del Sud
Caricamento commenti
Commenta la notizia