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La sanzione a Oliverio era illegittima

La sanzione a Oliverio era illegittima

La sanzione che toglieva al governatore Mario Oliverio il potere di nomina per tre mesi è stata sospesa dai giudici del Tar Lazio perché il provvedimento «manifesta delle contraddizioni». Si chiude così, con uno stop motivato e la fissazione del “merito” tra sei mesi (il 4 maggio) il primo provvedimento dell’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone, in materia di inconferibilità di nomine. Il collegio della Terza Sezione ha accolto in sede cautelare il ricorso presentato dai legali di Oliverio, gli avvocati Alfredo Gualtieri e Oreste Morcavallo, confermando la sospensione già decretata il mese scorso dal presidente dello stesso Tar Lazio con atto monocratico. L’ordinanza dei giudici entra nel merito della vicenda, stigmatizzando la contraddizione che vizia l’impianto sanzionatorio. Vi è contrasto «tra le premesse in cui il responsabile per la prevenzione della corruzione della Regione Calabria “ritiene di escludere un comportamento da dolo o colpa grave da parte del Presidente della Giunta” e il provvedimento interdittivo». L’Anac infatti aveva invitato il responsabile anticorruzione della Calabria ad accertare «la responsabilità dell’organo che ha conferito l’incarico» dal quale è scaturita la complessa vicenda. Il dolo e la colpa grave erano il presupposto della sanzione, senza questi elementi il presupposto cade. Soddisfatto il presidente Oliverio, che si riappropria del potere di nomina e può fugare ogni ombra sulla sua buona fede nel conferire l’incarico che ha determinato la sanzione. «Quella del Tar Lazio è una sentenza che fa chiarezza - commenta Oliverio - sulla nostra correttezza amministrativa e sul rispetto della legalità anche in questa vicenda». Del caso, ma sotto altro profilo, il Tar Lazio tornerà ad occuparsi il 18 novembre, giorno fissato per la trattazione del ricorso di Santo Gioffrè.

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