San Francesco di Paola è il suo protettore, il figlio Franco, la nuora Maria e la nipote Piera sono i suoi angeli custodi. Il racconto di nonno Pierino, mjesht Pierini, è straordinariamente lucido e senza sbavature. Pierino Di Turi di Acquaformosa ha spento 102 candeline. Le vicende di una vita incorniciata dagli affetti familiari, i momenti difficili vissuti durante la seconda guerra mondiale, gli aneddoti raccontati nella sua bottega di falegname e la vicinanza dei paesani, scandiscono il ritmo di un racconto lungo più di un secolo. Il fronte in Egitto, i cinque anni di prigionia vissuti in Sudafrica ed Inghilterra, scorrono come la pellicola di un film nella mente del maestro falegname sempre prodigo ad aiutare gli altri, i paesani che per problemi di salute o per questioni di indigenza economica hanno chiesto il suo aiuto. Arruolato nel settembre del 1934 il fante Di Turi ha combattuto in prima linea per tre anni: dal 1940 al’ 42. Nel suo intercalare preciso e sostenuto, sullo sfondo, rimbombano i momenti bui vissuti all’interno della stiva di una nave carica di deportati italiani in rotta verso l’Inghilterra e il triste giorno in cui vide morire un acquaformositano ad El Alamein. Poi il ritorno in paese, il matrimonio con la lungrese Esterina Oliverio nel 1955 e la nascita del figlio Franco, oggi apprezzato funzionario comunale, hanno riempito di gioia la quotidianità di Pierino Di Turi. Una vita densa di storie straordinarie che si riflettono nel viso sereno di un uomo che da sempre, fortemente ancorato alla fede cristiana, ha esercitato la prossimità alle persone in difficoltà. Un uomo che dopo aver festeggiato in famiglia il suo 102. compleanno, continua ad indagare sui legami parentali della propria nonna materna con l’ufficiale garibaldino Giuseppe Pace, uno dei principali protagonisti della vittoriosa battaglia del Volturno del 2 ottobre del 1860 che spianò la strada alla conquista di Roma.
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