Lo comando io a Michele... Io gliel'ho detto a Michele e glielo dico di nuovo... lo tengo io il comando". E' una delle intercettazioni contenute nell'appello presentato dalla Dda di Catanzaro contro il mancato arresto dell'ex assessore regionale Michele Trematerra, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio nell'ambito dell'inchiesta Acheruntia scattata lo scorso 7 luglio. L'udienza si terra' giovedi' 15 ottobre davanti ai giudici del Tribunale della Liberta' di Catanzaro. Al centro delle indagini i legami tra Trematerra e l'ex consigliere comunale di Acri, Angelo Gencarelli, considerato elemento di spicco della cosca di 'ndrangheta "Lanzino-Rua'". Il gip di Catanzaro aveva negato l'arresto sostenendo che "gli elementi posti dall'accusa a sostegno della mozione cautelare non siano sufficienti per ascrivere all'indagato la condotta di concorrente esterno in quanto non emerge la prova di un concreto ed effettivo contributo prestato da Trematerra a favore dell'associazione, emergendo, al contrario, piuttosto chiaramente, l'esistenza di una reiterata condotta di favore nell'interesse esclusivo di Angelo Gencarelli e di soggetti comunque ricollegati a interessi personali (ed economici) di quest'ultimo". Nell'appello i procuratori aggiunti Giovanni Bombardieri e Vincenzo Luberto e il sostituto Pierpaolo Bruni sottolineano, invece, come le condotte dell'ex assessore siano "espressione e manifestazione della volonta' di Michele Trematerra di favorire l'articolazione imprenditoriale della cosca" e in particolare l'impresa boschiva La Fungaia di Salvatore Gencarelli. Ora saranno i giudici del Tribunale della Libertà a stabilire se l'arresto andava fatto o meno.
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