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L'omicidio Calipari
nel libro di Amelio

foto gazzetta del sud

"Se è vero che gli eroi non muoiono mai, ma vengono rapiti in cielo al culmine della loro gloria, è tristemente vero che gli eroi dimenticati muoiono ogni giorno". È un passaggio del libro "L'omicidio di Nicola Calipari"scritto da Erminio Amelio, il magistrato che ha sostenuto l'accusa al processo per l'omicidio del funzionario del Sismi, ucciso a Baghdad il 4 marzo del 2005, subito dopo aver liberato la giornalista Giuliana Sgrena, rapita un mese prima dall'Organizzazione della jihad islamica. Il volume è stato presentato a Rende, nella sala Tokyo del Museo del Presente. Un evento, organizzato dalla Publiepa di Pino De Rose e inserito tra gli appuntamenti del Settembre Rendese. Erminio Amelio, sostituto Procuratore della Repubblica di Roma e componente del pool antiterrorismo, nel volume ha ricostruito, attraverso gli atti d'indagine, la vicenda giudiziaria. Il nome del soldato americano, Mario Luis Lozano, che sparo' sull'auto di Calipari che viaggiava verso l'aeroporto per riportare a casa la giornalista, fu scoperto per puro caso, perchè gli Stati Uniti hanno respinto qualsiasi forma di collaborazione con la magistratura italiana che indagava sull'omicidio. Erminio Amelio ha evidenziato le incongruenze della ricostruzione fatta dalle autorità militari americane, che parlarono di un "tragico incidente". Il processo che si è celebrato in Italia è finito prima di iniziare. La Corte d'assise e la Cassazione hanno stabilito che il soldato americano Mario Luis Lozano non era processabile in Italia per un difetto di giurisdizione, sulla base di principi consuetudinari di diritto internazionale di dubbia applicazione . Momenti di commozione tra il pubblico intervenuto a Rende quando il magistrato ha ricostruito le ultime ore di vita di Nicola Calipari, un uomo dello Stato che quel 4 marzo di 10 anni fu inviato dallo Stato italiano in Iraq per liberare Giuliana Sgrena e che morì compiendo il suo dovere. Quel giorno Nicola Calipari salvò due volte la vita alla giornalista: prima liberandola dai suoi rapitori, poi facendole scudo con il suo corpo quando l'auto su cui viaggiavano venne colpita dai proiettili esplosi dagli americani a quel check point costituito illegalmente, senza attivare alcuna regola di ingaggio. Il 4 marzo, ha raccontato Erminio Amelio, era fino a quel momento una data felice per la famiglia Calipari: il compleanno del figlio e della mamma di Nicola, il primo giorno in cui si era incontrato con la moglie Rosa. Da 10 anni, invece, il 4 marzo è il simbolo della tristezza più grande. Il volume si chiude con un'amara considerazione da parte del magistrato: "Avevamo un'esigenza di verità e di giustizia. Non siamo riusciti a soddisfarle: dottor Nicola Calipari: ingiustizia è fatta! Una serata intensa per ricordare Nicola Calipari, che negli anni '80 fu capo della Squadra Mobile di Cosenza, e per riportare alla memoria e ripercorrere una vicenda che presenta ancora molti lati oscuri. "Un evento di grande spessore - ha dichiarato l'assessore Toscano - che si inserisce in una programmazione, quella per la 50esima edizione del settembre rendese, che ha dato ampio spazio ad eventi culturali eterogenei, dall'arte alla musica, dalla poesia al cinema, che incontrano il gusto di diverse generazioni." 

 

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