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L’estradizione di Matacena adesso è molto più vicina

 A Dubai, dove è arrivato il ministro della Giustizia Andrea Orlando, da tre estati è latitante l’ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena, condannato in via definitiva a tre anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Il Governo italiano ha da tempo chiesto l’estradizione di Matacena, tuttavia mancano, al momento, il trattato di estradizione e l’accordo di cooperazione giudiziaria. Nei giorni scorsi, inoltre, ad aggravare la posizione dell’ex esponente di Forza Italia, è intervenuta una decisione della sesta sezione penale della Corte di Cassazione che ha rigettato il ricorso presentato dai legali dell’ex deputato con il quale si chiedeva l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Reggio Calabria che ha portato all’arresto della moglie dell’imprenditore, Chiara Rizzo, e dell’ex ministro Claudio Scajola. Matacena, in questo processo, è accusato di aver tentato di schermare il proprio patrimonio per sottrarlo ad un eventuale sequestro da parte della magistratura, accusa che ha portato all’emissione nei suoi confronti di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Gli avvocati di Matacena, Caccavari e Politi, hanno presentato un ricorso per violazione di norme procedurali e nel merito, ma la Cassazione ha dato loro torto. A Reggio Calabria è in corso, inoltre, il processo a carico di Chiara Rizzo e dell’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola. Il Tribunale ha accolto a fine maggio la richiesta del pm distrettuale Giuseppe Lombardo di riunificare i processi a carico dei due, che sono accusati di avere protetto la fuga di Matacena dopo la sentenza definitiva della Corte di Cassazione. Nelle scorse settimane, poi, lo stesso Tribunale di Reggio Calabria ha dato l’ok alla lista dei testimoni presentata dai legali degli imputati, tra cui spiccano nomi importanti della politica e della finanza, tra cui quello di Silvio Berlusconi. Su Matacena, infine, pesa una sentenza dello scorso aprile della Corte d’Appello di Reggio Calabria che ha confermato la condanna che gli era stata inflitta in primo grado per corruzione in atti giudiziari per il procedimento denominato “Mozart”. Il pg aveva chiesto l’assoluzione per tutti gli otto imputati del procedimento; in appello, invece, ha trovato conferma la ricostruzione della Procura reggina, secondo la quale, nell’autunno 2005, l’ex presidente del Tar di Reggio Calabria, Luigi Passanisi, avrebbe accettato la promessa di ricevere 200 mila euro per favorire Matacena in alcuni ricorsi presentati contro i provvedimenti con i quali l’Ufficio Marittimo aveva respinto richieste avanzate dalla Amadeus Spa, società operante nel settore del trasporto marittimo di proprietà dell’ex parlamentare. In primo grado, nel 2012, Matacena e Passanisi erano stati condannati, rispettivamente, a 4 anni ed a 3 anni ed a 6 mesi di reclusione

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