Chissà se, e quando, ieri tra il braccio destro del premier Renzi, Luca Lotti, e il governatore Mario Oliverio si è discusso dell’interdizione di quest’ultimo e dello spinoso problema delle nomine in Sanità. L’impressione è che non sia successo o magari l’argomento è stato solo sfiorato, fugacemente, in auto. Di certo, però, non è accaduto in modo formale nella riunione con la deputazione, gli assessori e i consiglieri regionali, gli amministratori locali e persino qualche segretario di circolo del Pd tenutasi nelle stanze della presidenza nella Cittadella di Germaneto. Un incontro troppo allargato e, soprattutto, spostato in fretta dalla sua sede originaria, la Sala Gialla, per la presenza di qualche orecchia indiscreta (leggasi i giornalisti che hanno seguito la visita del sottosegretario di Palazzo Chigi nella sortita a Catanzaro). In quest’occasione, infatti, l’unica cosa emersa, riguardo alla spinosa questione della Sanità, è la rassicurazione del presidente Oliverio rispetto al fatto che non ha posizioni preconcette rispetto al commissario Massimo Scura anche se ha chiesto l’intensificazione del ruolo di mediazione del Governo. E l’on. Lotti, che sempre ieri appena atterrato si è intrattenuto qualche minuto a Lamezia Terme proprio con l’ing. Scura, ha forse iniziato sin da subito a mediare ma ribadendo il sostegno del Governo al commissario ad acta. Durante la permanenza alla Regione del plenipotenziario renziano sono stati molti gli argomenti chiave per la Calabria affrontati. Oltre al sistema sanitario, si è parlato di viabilità con particolare attenzione all’ammodernamento della S.S. 106 su cui il Governo ha preso un impegno solenne sebbene in ambito romano ci sia più di qualcuno che rema contro per dare priorità alle vie di collegamento del Centronord. Ma al centro del un ragionamento c’è pure stata la Zes, relativamente al porto di Gioia Tauro, e in generale di altre infrastrutture cruciali per l’intero territorio. Fin qui il livello istituzionale, che però non è stato l’unico di questa venuta a Catanzaro del potente sottosegretario. Matteo Renzi, del resto, è in primis il leader indiscusso del Pd e Luca Lotti, pur se sulla carta non riveste un ruolo apicale all’interno del partito, ne resta uno dei maggiorenti. Ecco allora che ha manifestato la massima apertura a Roma nei confronti dei dirigenti calabresi, ma li ha pure strigliati per la mancanza di coordinamento e unità cosicché ognuno si rapporta singolarmente con il vertice senza avere una figura delegata a interfacciarsi.
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