Quel bando prometteva meraviglie: aumentare l’offerta di posti negli asili nido sempre più importanti con l’aumento delle mamme a lavoro, e garantire lavoro alle aziende impegnate nei lavori di costruzione delle nuove strutture o d’ammodernamento delle esistenti. Senza dimenticare l’aumento dei posti di lavoro per maestre, cuoche, inservienti, segretarie, educatrici e tutte le altre figure utili negli asili. Perfetto, in sostanza. Se ben sfruttato avrebbe dovuto garantire frutti a iosa. Tant’è che in molti hanno partecipato e la Regione pare sia stata pure premiata dall’Unione europea per come aveva trasformato le buone intenzioni in fatti. Però... C’è un però ed è grosso come una casa. O, se volete, come un asilo. La Regione non ha rispettato gli impegni. Sicuramente non li ha rispettati sino in fondo. Almeno così denunciano alcuni degli imprenditori coinvolti, che hanno fatto tutto e perbene: svolto i lavori, accolto i ragazzi e assunto il personale. Ma non hanno ricevuto quanto avrebbero dovuto. E le conseguenze sono state inevitabili: conti che non tornano, difficoltà a pagare i fornitori, rischio di dovere mandare a casa almeno parte del personale. «Se dovessi consigliare a un giovane di tuffarsi in una iniziativa come la nostra, in un bando simile, adesso non lo farei. Anzi – racconta una delle “vittime” del bando – lo bloccherei subito. Perché si rischia davvero di ritrovarsi come le gambe all’aria. Noi ci stiamo reggendo sul filo del burrone perché comunque avevamo le spalle solide, lavoraramo già da anni e comunque ci stanno aiutando i familiari. Altrimenti, se fossimo stati una nuova struttura, saremmo già falliti con tutto quello che ne consegue. Eppure non chiediamo altro rispetto a ciò di cui abbiamo diritto». Una storia di ritardi dei palazzi e problemi per i cittadini legata al bando “Nidi d’infanzia e servizi integrativi” risalente al 2011, presentato con enfasi dall’allora assessore regionale al welfare Francescantonio Stillitani, il quale lo indicava come «un intervento innovativo che rivoluziona il concetto di assistenza all’infanzia in Calabria. Poi l’assessore Stillitani ha lasciato il posto a Nazzareno Salerno. Con le elezioni di novembre e la vittoria del centrosinistra di Mario Oliverio, sono cambiati ancora i titolari della delega ma non la situazione degli asili che restano in attesa del resto dei finanziamenti. Anche se hanno depositato le fatture, certificato tutto e mosso i passi previsti. Storie di burocrazia malata e politica impotente. A volere essere buoni.
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