Calabria

Martedì 19 Agosto 2025

Corigliano, sui migranti è guerra

 Hanno toccato terra ieri mattina i 254 migranti salvati in mezzo al mare ed imbarcati sulla nave “O. Corsi” della Guardia Costiera. L’approdo è avvenuto nel porto di Corigliano Calabro dopo diverse ore di viaggio a bordo di gommoni nel mar Mediterraneo. Gli immigrati, di diverse nazionalità, sono risultati in buone condizioni di salute, tranne due uomini per i quali i medici del 118 hanno riscontrato alcune ferite ma di lieve entità. Ne sono sbarcati 254, dunque, ieri mattina, nel porto di Corigliano: 180 uomini, 69 donne, tra cui due in stato di gravidanza, e cinque minorenni. Dopo uno screening medico sanitario, sono stati accolti dai volontari presenti sul posto, i quali hanno fornito beni di prima necessità. Successivamente sono stati trasportati con gli autobus messi a disposizione dalla Prefettura di Cosenza, nei diversi centri d’accoglienza presenti in Italia. «La macchina dei soccorsi ha funzionando benissimo e le operazioni di sbarco sono state seguite con attenzione. Si tratta di una emergenza che segue quella dell’alluvione ma siamo già preparati perché ci sono stati altri già altri sbarchi», ha commentato il prefetto di Cosenza, Gianfranco Tomao. Quello avvenuto ieri mattina nel porto di Corigliano è il quinto sbarco dal mese di gennaio 2015. E non sono mancate le polemiche, già sollevate qualche giorni prima dal sindaco di Corigliano, Giuseppe Geraci. E ieri mattina stesso il rappresentante del Governo, Tomao, ha contestato il mancato sostegno da parte del Comune di Corigliano. Affermando: «Non abbiamo avuto la collaborazione da parte del Comune ma siamo riusciti comunque a far fronte all’emergenza grazie ad un piano condiviso tra prefettura e forze dell’ordine, Capitaneria di Porto, Vigili del Fuoco e Associazioni di volontariato. Il mancato contributo si evince anche dal fatto che abbiamo avuto le transenne dal comune di Castrovillari». Il primo cittadino, Giuseppe Geraci, venerdì pomeriggio aveva anticipato l’impossibilità, da parte dell’amministrazione comunale, di far fronte agli sbarchi, seguiti comunque ieri mattina dal settore dei Servizi Sociali del Comune: «Non abbiamo più fondi, in questo momento mettere in atto le risorse umane è difficile anche perché per l’alluvione del 12 agosto c’è stata una disattenzione verso questo Comune. Il porto di Corigliano sarà sempre utilizzato per gli sbarchi ma noi manterremo la stessa linea assunta, anche perché il Governo è stato poco presente a Corigliano per l'alluvione. Le transenne sono state chieste ma le mie erano tutte impegnate per le frane, le buche che ci sono per le strade e per le varie situazioni di pericolo post alluvione». Geraci ha anche lamentato l’anticipazione nei precedenti sbarchi di risorse economiche non ancora restituite da parte dello Stato. A tal proposito il prefetto di Cosenza ha sottolineato: «Per i lamentati ritardi nei rimborsi il sindaco di Corigliano deve chiedere spiegazioni ai propri uffici perché a noi la richiesta è arrivata con molti mesi di ritardo dunque non è colpa nostra». Ritardi definiti “fisiologici” dall’amministratore coriglianese che chiarisce: «La questione delle richieste dei rimborsi ritengo sia secondaria anche perché nello specifico abbiamo perso tempo nel presentare le richieste alla Prefettura perché si perde tempo nella rendicontazione. La rendicontazione è stata mandata per 3/4 alla Prefettura e comunque da gennaio, data del primo sbarco, ad agosto ancora abbiamo solo anticipato».

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