Paravati ha ricordato ieri la figura di Natuzza Evolo in occasione della ricorrenza del suo novantunesimo compleanno. Per tutta la giornata centinaia di persone, provenienti da ogni angolo della Calabria, ma anche dalle province di Messina e Catania, hanno raggiunto con ogni mezzo i luoghi tanto cari alla mistica per sostare in preghiera davanti alla sua tomba e alla statua del Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle anime. Tra questi un folto gruppo di pellegrini provenienti da Gioia Tauro, che dopo essersi dati appuntamento in piazza Duomo alle quattro di mattina, hanno raggiunto a piedi la Villa della Gioia per partecipare alla supplica che si è tenuta nella cappella della Fondazione. Una coppia di giovani sposi, con zaino in spalla, è giunta fin qui in autostop da Roma, per chiedere a Mamma Natuzza di pregare per loro e per tutti i giovani che sono senza lavoro e che hanno davanti un futuro incerto e denso di insidie. Segnali forti di una devozione e di una fede più vive che mai e che Paravati, ormai, vive quotidianamente. Il momento cruciale della giornata è stato vissuto nel tardo pomeriggio con la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea monsignor Luigi Renzo. Un momento di raccoglimento nel corso del quale il presule ha denunciato i mali del nostro tempo e soprattutto la cattiva abitudine «di adattarci a quello che fa la gente e non a quello che ci insegna Gesù. Pensiamo ad esempio – ha evidenziato – alla corruzione che dilaga anche tra i cristiani. Il nostro modello non è più Gesù, ma quello che fanno gli altri. Invece è necessario scegliere: stare con Dio o andare a ruota libera». Prendendo poi spunto dalla necessità che «la nostra fede sia riempita di scelte e di comportamenti chiari e coerenti con gli insegnamenti del Signore» il vescovo ha ricordato il grande esempio di vita di «Mamma Natuzza, che si è sempre mostrata tenera e materna nei tratti, ma decisa nelle risposte». Una donna che «ha sempre voluto – ha sottolineato monsignor Luigi Renzo – il bene vero delle persone» e che «non accettava le mezze misure e i compromessi. Pronta, se necessario, anche a richiamare con durezza. Ma prima di essere dura con gli altri, Natuzza lo era con se stessa, sperimentando sulla sua pelle quello che raccomandava agli altri». Il presule ha poi sottolineato che «Gesù non ordina quello che dobbiamo fare, non impone, ma ci spinge a guardarci dentro e a chiederci che cosa desideriamo davvero? dove va il nostro cuore? Il Signore attira, ma non costringe; ci vuole con Lui, ma rispetta la nostra libertà». La giornata si è poi conclusa con il concerto del sacerdote-cantautore don Giosy Cento dedicato a Fortunato Evolo, un faro di luce che continua ad ispirare pensieri di pace e di speranza e ad illuminare le colline e gli uliveti che circondano Paravati.