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Mare, in Italia inquinato
un punto ogni 62 km

È allarme depurazione nei mari italiani: c'è un punto inquinato ogni 62 chilometri di costa. E non va meglio sul fronte della legalità, con 40 infrazioni accertate nel 2014 nei mari e nelle coste del Belpaese. A tracciare il quadro è Legambiente, che ha presentato il bilancio finale di Goletta Verde 2015. 

LA MAPPA DEL MARE INQUINATO

In base alle analisi effettuate dal laboratorio mobile dell'associazione, su 266 campioni di acqua presi in esame si sono scoperte cariche batteriche superiori ai limiti imposti dalla normativa nel 45% dei casi. A causare l'inquinamento, spiega il responsabile scientifico Legambiente Giorgio Zampetti, sono essenzialmente gli "scarichi non depurati che attraverso fiumi, fossi e piccoli canali si riversano direttamente in mare. Una conseguenza diretta della mancanza di un trattamento di depurazione adeguato, che ancora riguarda il 42% degli scarichi fognari del nostro Paese".

I dati di Goletta Verde non offrono una classifica delle Regioni Italiane ma ancora una volta rilevano la buona performance della Sardegna, con qualche criticità riscontrata solo in corrispondenza di foci di fiumi o canali, e la difficile situazione della Sicilia, con 14 punti inquinati o fortemente inquinati sui 26 monitorati. Poche le criticità nelle regioni dell'alto adriatico (Veneto e Friuli Venezia Giulia, campionate agli inizi di giugno e quindi a stagione balneare appena iniziata). Le situazioni maggiormente critiche si registrano, invece, lungo le coste di Marche e Abruzzo, penalizzate anche dall'elevato numero di corsi d'acqua, canali e fossi che sfociano in mare.

A livello complessivo, la metà dei 120 punti inquinati sono presso spiagge, quasi sempre libere. Il 49% dei punti, sottolinea l'associazione, risulta non campionato dalle autorità competenti, cioè non sottoposto controlli sanitarii, e il 38% risulta balneabile sul Portale delle Acque del ministero della Salute risulterebbero balneabili, mentre in 14 casi su 120 i punti sono vietati alla balneazione.
Sul fronte delle illegalità, nel 2014 le infrazioni accertate dalle forze dell'ordine e dalle capitanerie di porto per reati inerenti il mare e la costa sono state 14.542, circa 40 al giorno, 2 per ogni chilometro di costa, lievemente in crescita rispetto al 2013, quando le infrazioni erano state 14.504.

Le illegalità hanno portato alla denuncia o all'arresto di 18mila le persone e a 4.777 sequestri eseguiti dalle autorità competenti. Nello specifico, le infrazioni accertate per problemi di inquinamento del mare sono state 4.545 e hanno visto il coinvolgimento di oltre 7mila persone tra denunciate e arrestate con conseguenti sequestri per 2.741 strutture. Per le illegalità nel ciclo del cemento sul demanio marittimo si registrano 2.363 infrazioni accertate, 3.109 persone denunciate e 940 sequestri.

A livello regionale, a guidare la classifica delle illegalità c'è la Puglia, con 3.164 infrazione accertate (il 21,8% del totale nazionale), seguita dalla Sicilia con 2.346 (16,1%), dalla Campania con 1.837 (12,6%) e dalla Calabria con 1.370 (12,6%). L'elenco delle infrazioni rilevate per chilometro di costa, su scala regionale, vedono la Campania prima con 3,9, seguita dalla Puglia con 3,7, tallonata dalMolise con 3,1, dalla Liguria con 3 e dalle Marche con 2,9.

Rischio 416mln/anno multe Ue su depuratori
Sulla depurazione degli scarichi civili l'Italia rischia sanzioni europee per 416 milioni di euro all'anno dal 2016 fino al completamento delle opere per la messa a norma ha detto Legambiente in occasione della presentazione del bilancio conclusivo di Goletta Verde 2015, oggi a Roma. La mancanza di un trattamento di depurazione adeguato interessa il 42% degli scarichi fognari italiani. 

"A conferma del deficit depurativo - ha spiegato il responsabile scientifico di Legambiente, Giorgio Zampetti - ci sono le due sentenze di condanna arrivate dalla Commissione europea rispettivamente nel 2012 e nel 2014, e il parere motivato del marzo 2015 relativo alla terza procedura d'infrazione aperta nei confronti del nostro Paese per il mancato rispetto della direttiva 91/271 sulla depurazione degli scarichi civili. Procedimenti che riguardano un agglomerato su tre". "La grave inefficienza depurativa dell'Italia - ha proseguito Zampetti - non rappresenta solo un danno all'ambiente ma anche all'economia. Si stima, infatti, che le sanzioni Ue siano pari 476 milioni di euro l'anno dal 2016 e fino al completamento delle opere".

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