Il rumore delle ruspe è tornato a riempiere le viscere del cantiere più famoso della Salerno-Reggio Calabria, il cantiere compreso tra gli svincoli di Laino Borgo e Mormanno, la terra di nessuno, vietata ad auto e tir dal 2 marzo. Il viadotto “Italia” da oltre quattro mesi è corpo di reato per consentire l’accertamento della verità sulla morte dell’ope - raio romeno precipitato nel vuoto insieme alla campata. Per quasi quattro mesi il cantiere sul ponte è rimasto privo di vita. Per quasi quattro mesi non ci sono stati più rumori, solo il silenzio. Alla fine giugno, però, è arrivata la svolta. “Italsarc” e Anas sono state autorizzate a riprendere i lavori per la messa in sicurezza dell’opera. Interventi già eseguiti. Ma per la riapertura della carreggiata nord mancava solo l’ultimo visto, quello per la demolizione delle cinque campate indebolite sulla sud. I pareri tecnici sono rimasti distanti sulle modalità d’intervento. Sabato scorso, i pm avevano opposto il diniego in forza del parere dei loro consulenti tecnici, i cattedratici Fabrizio Palmisano e Amedeo Vitone. In quattro giorni, però, le distanze sono state accorciate, fino ad annullarsi. Ed è stato il presidente dell’Anas in persona, Gianni Vittorio Armani, a comunicare al procuratore generale di Catanzaro, Raffaele Mazzotta, al procuratore facente funzioni di Castrovillari, Simona Rizzo, e al pm Simona Manera, la soluzione del problema. Le garanzie hanno convinto i pm a firmare l’ultimo permesso, quello per la demolizione delle cinque campate indebolite sulla carreggiata meridionale. Il provvedimento, vergato dal procuratore facente funzioni, Simona Rizzo, e dal pm Simona Manera, è stato depositato alle 12.30 dopo il rituale consulto con il procuratore generale di Catanzaro, Mazzotta. Proprio l’alto magistrato, che ha coordinato l’attività dei pm, ha espresso soddisfazione «perchè si è riusciti a risolvere tutte le complesse problematiche tecniche concernenti l’effettuazione dei necessari lavori, tutelando nel contempo sia le prioritarie esigenze di tutela della pubblica incolumità sia quelle di natura metagiuridica concernenti le ricadute sociali, umane ed economiche della chiusura al traffico del viadotto. Desidero, infine, esprimere il mio elogio alle colleghe di Castrovillari, Rizzo e Manera per l’impegno profuso ed al presidente dell’Anas, ing. Armani, per l’intelligenze e costante collaborazione assicurata alla magistratura inquirente». Elogi ricambiati. Da Roma, il ministro Delrio e il presidente dell'Anas, Armani, hanno commentato positivamente, in una nota congiunta, il provvedimento della magistratura che rappresenta «un passo importante verso la riapertura del tratto chiuso dell’autostrada A3 prima dei grandi flussi di traffico dell’esodo estivo. Va il nostro ringraziamento alla Procura di Castrovillari e al procuratore generale di Catanzaro, Mazzotta, che, in condizioni di criticità come nel caso del Viadotto Italia, hanno agito con grandissimo impegno per consentire al più presto i lavori».
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