Antonino De Gaetano fa scena muta; Luigi Fedele, Giovanni Nucera e Carmelo Trapani provano a replicare alle accuse sulle spese pazze sostenute in Consiglio regionale. E' già tempo di strategie difensive contrapposte per gli indagati dell'inchiesta “Rimborsopoli”. I restanti tre indagati, raggiunti da una misura cautelare –Pasquale Tripodi, Nicola Adamo e Alfonso Dattolo – saranno interrogati domani. Anche loro a Reggio. E' stata avviata ieri mattina la girandola degli interrogatori di garanzia per il primo gruppo di politici sotto accusa per peculato e falso ideologico in atto pubblico. Tutti e quattro sono sfilati al Palazzo di giustizia al Cedir di Reggio davanti al Gip Olga Tarzia, al procuratore aggiunto Gaetano Paci e al pm Matteo Centini. L'unico che ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere è stato l'assessore regionale (dimissionario) ai Trasporti e Infrastrutture Antonino De Gaetano del Pd, la cui posizione – carte alla mano ed entità del sequestro preventivo pari a poco più di 400 mila euro – appare una delle più delicate e complicate. Un'apparizione lampo la sua, scortato dai difensori di fiducia. Nemmeno un cenno all'uscita, confermando uno morale decisamente provato tutt'altro che mimetizzato dagli occhiali da sole scuri e dal passo spedito con cui ha abbandonato il piazzale Cedir. Loquaci gli altri tre. Luigi Fedele e Giovanni Nucera non solo sono stati spigliati nel faccia a faccia con gli inquirenti (dalla durata dell'interrogatorio, oltre due ore ciascuno, è evidente che hanno affrontato la sfilza di spese di dubbia riconducibilità istituzionale) ma si sono lasciati andare a qualche stringato commento con i cronisti. Nessuna ammissione di colpevolezza da parte di entrambi, ma – come argomentano i rispettivi difensori Francesco Albanese e Rosario Infantino (per Fedele) e Natale Polimeni e Antonino Priolo (per Nucera) – soprattutto la produzione di una serie di documenti e spese giustificative che farebbero vacillare l'impianto accusatorio riconducendo ogni singola spesa, ed acquisto, a fini istituzionali. Inerenti all'attività dei Gruppi politici a Palazzo Campanella nel triennio 2010-2012 (gli anni della IX Legislatura finiti sotto la lente di ingrandimento delle Fiamme Gialle nell'ambito dell'inchiesta “Erga omnes”). Ha spiegato il proprio ruolo, e le proprie mansioni (da ex autista del senatore Giovanni Bilardi, anche lui tra gli indagati e destinatari di una misura cautelare) Carmelo Trapani. Per oltre due ore ha esposto il proprio punto di vista, come chiarisce il difensore Luigi Tuccio, sul ruolo ricoperto nella struttura speciale a Palazzo Campanella e di ogni incarico svolto. Tutto, secondo lui, secondo le regole. Chi sa cosa avrà risposto alle inevitabili domande sul trasporto del televisore scomparso e riapparso in Consiglio regionale?
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