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Droga, la 'ndrangheta
"invade" l'Australia

Un'inchiesta giornalistica fa tremare l'Australia che si scopre "infiltrata" dalla 'ndrangheta. Legami fra la mafia calabrese trapiantata nel Paese e alti personaggi politici delle due maggiori formazioni, conservatori e laburisti, sono stati messi in luce da un'indagine congiunta del programma dell'Abc Tv 'Four Corners' e dal quotidiano Sydney Morning Herald. Secondo il programma andato in onda lunedì, la 'ndrangheta, descritta come "uno dei gruppi criminali più potenti al mondo e uno dei maggiori protagonisti del traffico internazionale di droga", in Australia opera usando minacce e violenza in attività economiche legittime, come il commercio di frutta e verdura, e illegittime come la droga. Il programma cita rapporti riservati di polizia, ottenuti secondo la legge sulla libertà di informazione, secondo cui l'organizzazione ha infiltrato la politica australiana sia a livello federale che dei vari stati, ingraziandosi donatori dei partiti e parlamentari. Uno dei casi riportati riguarda una campagna di lobbying e di donazioni che mirava ad assicurare un visto per un boss del crimine, Frank Madafferi, che stava per essere espulso in base al suo grave passato criminale in Italia e ritenuto dalla polizia un pericolo per la comunità. La domanda di visto fu approvata "per motivi umanitari" dall'allora ministro dell'Immigrazione Amanda Vanstone, ma due anni dopo Madafferi fu implicato nella più grande importazione di ecstasy intercettata al mondo e in seguito incriminato per omicidio e condannato per traffico di droga. In un altro caso il figlio di un boss della 'ndrangheta ad Adelaide, il cui nome non può essere rivelato per ragioni legali, ha svolto un'esperienza di lavoro presso l'ambasciata australiana a Roma quando l'ex ministro conservatore Vanstone era ambasciatore. Prima del suo arrivo, le autorità italiane avevano condiviso attraverso l'ambasciata informazioni segrete sul padre, di cui l'Australian Crime Authority aveva documentato il coinvolgimento "nell'importazione di droghe illegali e forti legami con personaggi del crimine organizzato italiano". Anche se non vi sono prove che lo stage del giovane abbia portato a violazioni di sicurezza, i rapporti di polizia lo hanno descritto come grave lacuna.

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