Il maestro elementare arrestato in Puglia, quando gli hanno messo le manette, ha avuto il coraggio di dire che le foto e i video pedofili li aveva "a scopo didattico" e alla fine ha accusato la moglie: "te lo avevo detto che dovevi togliere internet". Il muratore non entrava più in rete da febbraio perché non aveva i soldi per la connessione, ma sul suo computer gli investigatori hanno trovato 3mila file: "roba agghiacciante". La passione del 35enne amante del boby building, che lavorava solo di notte e da anni trascorreva le vacanze in Thailandia, erano invece i più piccoli, come dimostra il materiale sequestrato in cui si vedono bimbi anche di 3 anni. L'operazione della Polizia che ha portato all'arresto di 17 persone e alla denuncia di altre 92 ha consentito di sgominare una rete di pedofili della porta accanto: persone qualsiasi, di ogni estrazione sociale e di ogni età, che, nascosti dietro un nick name, accedevano a quel mondo sommerso e ignobile. L'indagine, partita nel 2013 dalla collaborazione tra la Bka, la polizia criminale tedesca, e il compartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, ha consentito di sequestrare migliaia di file divulgati - sia dagli utenti italiani sia da quelli che operavano all'estero - su circuiti telematici di file sharing e anche attraverso il deep web, la rete parallela a quella ufficiale su cui si muovono non solo i pedofili ma anche i terroristi e i trafficanti di armi e droga. "L'operazione di oggi è la dimostrazione del costante lavoro profuso dalle istituzioni per dare ai giovani un web sempre più sicuro" dice il ministro dell'Interno Angelino Alfano dopo essersi complimentato con il capo della Polizia Alessandro Pansa. "La lotta alla pedofilia e più in generale contro i maltrattamenti a bambini e ragazzi è uno dei temi di massimo impegno - aggiunge il garante dell'Infanzia Vincenzo Spadafora - E' intollerabile il solo pensiero di una violenza a un minorenne. Oltre all'azione investigativa, occorre però lavorare su media, cultura, educazione sentimentale e sessuale". Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati computer, smartphone, tablet e diversi hard disk protetti da un sistema sofisticato di crittografia. La maggior dei video e delle immagini trovati, dicono gli investigatori, sono particolarmente efferati e scabrosi, raffiguranti bambini in tenera età abusati, umiliati e talvolta seviziati. Arresti e denunce hanno interessato soggetti residenti in tutta Italia, dal Piemonte alla Calabria, dal Friuli alla Sardegna, anche se più della metà di quelli finiti nella rete della Polizia risiedeva in 5 regioni: Lazio, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Sicilia. Tutti uomini tra i 25 e i 75 anni, della più diversa estrazione sociale. Tra loro, c'è il commesso della Regione Campania, che è stato arrestato in flagranza mentre scaricava centinaia di file, e il 75enne di Ancona, che ha voluto che i poliziotti non avvertissero nessuno dei suoi familiari. C'è l'ex guardia giurata, che per scaricare aveva usato il vecchio computer della zia, chiudendosi a chiave nella camera della cugina ignara di tutto e il dipendente di un'azienda informatica che nascondeva i dvd in garage. C'è l'operaio disoccupato con un figlio adolescente che teneva le foto e i video sul pc in una cartella chiamata 'Little' e l'ex venditore ambulante che aveva costruito un doppiofondo al comò per nascondere il computer. In Liguria i poliziotti sono andati a colpo sicuro a casa di un uomo, ma non hanno trovato nulla. Poi hanno visto un cavo di rete che usciva dalla finestra e arrivava fino alla palazzina di fronte: lì hanno trovato il figlio, un 25enne, che aveva rubato la connessione al padre per rimanere pulito. Gli hanno sequestrato 600 tra cd, dvd e dispositivi usb.