Il comune, con tutte le sue difficoltà economiche ordinarie e quotidiane, per gli sbarchi ha sborsato ad oggi 65 mila euro oltre al lavoro incessante di amministratori e dipendenti comunali nella gestione dell’accoglienza e le inevitabili ripercussioni sui servizi per i cittadini. Altro che razzismo e insensibilità. L’assessore comunale Marisa Chiurco respinge al mittente le critiche e dettagli i costi. “ Ammontano ad oltre 41 mila euro le sole spese vive (fatturate dai fornitori) per i quattro sbarchi che dal mese di gennaio, e da ultimo lo scorso lunedì 8 giugno, hanno interessato il Porto di Corigliano. Tra le varie voci ci sono le transenne, i bagni chimici, le mascherine, i guanti, le coperte termiche, i gazebo, i generi alimentari e le bevande, il contributo ai volontari e le navette. In occasione dell’ultimo sbarco, il quarto, il Comune aveva fornito anche una cinquantina tra sedie e tavoli che, purtroppo, non sono stati restituiti. Il che vuol dire che, se dovesse esservi un’ulteriore emergenza da gestire, l’Amministrazione Comunale non potrà metterne altri a disposizione.A questi vanno aggiunte – continua l’assessore – le ore di straordinario, per un totale di circa 24 mila euro, da pagare al personale del settore manutentivo, dal caposettore agli autisti; agli uomini e alle donne della polizia municipale, agli assistenti sociali che vengono allertati dal giorno prima dello sbarco e che – è documentato – concludono tutte le operazioni (ricerca dei mezzi di trasporto, presenza sul posto, reperimento delle strutture accreditate, accompagnamento presso le varie sedi ospitanti calabresi) anche nei giorni successivi (l’ultimo affidamento è stato fatto, per esempio, dallo stesso assessore mercoledì alle ore 22,30); ed al personale amministrativo chiamato a rendicontare tutta la documentazione da presentare alla Prefettura (dopo aver pagato i fornitori, previa presentazione di fattura, DURC valido, certificato antimafia e la dimostrazione di essere in regola con il pagamento dei tributi). Le ore di straordinario che il personale dedica agli sbarchi – chiarisce la Chiurco – vengono ovviamente sottratte al lavoro ordinario. E se un vigile, un assistente sociale o un operaio ha lavorato tutto il giorno prima sull’emergenza sbarchi, il mattino seguente non presterà legittimamente il suo servizio in comune. Con il risultato della paralisi sistematica della macchina comunale anche nei giorni successivi agli sbarchi. Se ne prenda atto!”.
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