A complicare le cose in una sanità calabrese connotata da mille emergenze, da crescenti criticità, nonostante l’alto prezzo pagato dai cittadini con il Piano di Rientro, l’entrata in vigore il 19 giugno prossimo del regolamento sugli standard qualitativi, quantitativi, strutturali, tecnologici dell’assistenza ospedaliero pubblicato sulla gazzetta ufficiale 5 giorni fa. Tra i primi effetti ci dovrebbe essere la soppressione di un ospedale spoke nella provincia di Cosenza e di uno nella provincia di Reggio, perché secondo i nuovi criteri il mantenimento di un ospedale di primo livello fonda su un bacino di utenza tra i 150 e i 300 mila abitanti. Una vera jattura nel cosentino se dovesse essere cancellato uno degli spoke (Castrovillari-Acri, Paola-Cetraro). Se già con la chiusura o riconversione di molti ospedali zonali abbiamo visto un precipitare della qualità e quantità delle prestazioni, con pesantissime ripercussioni sull’ospedale hub di Cosenza, vedi il caos pronto soccorso, cosa succederà se venisse meno un nosocomio importante di primo livello? Non va meglio per le case di cura private. Il nuovo decreto Lorenzin infatti, pone ulteriori vincoli: non potranno essere più accreditate le cliniche con meno di 60 posti letto per acuti ad eccezione di monospecialistiche su cui interviene la discrezionalità regionale. Insomma, si va avanti a colpi di riorganizzazione che di fatto sinora hanno riorganizzato ben poco, hanno tagliato servizi e prestazioni, aumentato i disagi e l’emigrazione sanitaria. Quelli che restano intoccabili sono gli sprechi che continuano imperterriti. Vedi l’ultima vicenda dell’asp di reggio affogata dai debiti e che si consente il lusso di pagare un consulente da 600 euro al giorno. ambini la loro sofferenza e disperazione, per capire e toccare con mano tutto il loro dramma. Questo - conclude - e' l'invito che gli rivolgo pubblicamente".