La svolta è arrivata ieri sera, dopo un vertice lungo 5 ore, a Palazzo di giustizia. Ed è stato direttamente il procuratore generale di Catanzaro, Raffaele Mazzotta, a lasciare intravedere la possibilità che l’autostrada possa riaprire alla circolazione entro la prima decade di luglio. È una possibilità che affiora chiaramente da una breve dichiarazione rilasciata alla stampa: «È stata una riunione molto proficua – ha spiegato il pg – nel corso della quale sono state esaminate le varie problematiche e criticità da risolvere al fine della riapertura al traffico della carreggiata nord. L’Anas s’è impegnata a depositare, in Procura, entro il prossimo 12 giugno, una relazione tecnica contenente la valutazione della sicurezza ed il progetto dei conseguenti provvedimenti necessari alla riapertura al traffico dell’autostrada sulla base di quanto condiviso dai consulenti tecnici d’ufficio e dai tecnici di Anas, in termini di merito e di metodo». Il procuratore generale, unitamente al procuratore reggente, Simona Rizzo ed al pm titolare delle indagini, Simona Manera, pertanto, confidano nel «rigoroso rispetto delle condizioni di cui sopra affinché si possa addivenire alla riapertura al traffico delle carreggiata nord entro il prossimo mese di luglio». Una “fumata bianca” attesa dal due marzo. L’Anas ha già stilato un preciso crono-programma partito ufficialmente il 25 maggio scorso, vale a dire nel giorno in cui è stata presentata in Procura la revisione della documentazione progettuale inerente l’intervento di rinforzo della pila del viadotto danneggiata, aggiornando ed integrando, nei termini indicati dai consulenti della Procura. Nella stessa data l’Anas ha anche presentato una soluzione progettuale di rinforzo-riparazione della pila in questione, a carattere transitorio, che permetterebbe di abbreviare i tempi di apertura al traffico della carreggiata autostradale, senza compromettere l’esecuzione dell’intervento di riparazione definitivo. Il primo passo dovrebbe essere lo sgombero della campata caduta ai piedi del pilone il 2 marzo scorso. Nell’occasione perse la vita un operaio rumeno di soli 25 anni. Una tragica scomparsa che non sarà certamente dimenticata facilmente, poiché l’attività degli inquirenti non s’è fermata soltanto alla valutazione degli elaborati presentati dall’Anas e dal contraente generale; ma ha esplorato le prove che serviranno nel processo che dovrà accertare presunte responsabilità. Da non sottovalutare l’esito della valutazione legata al progetto di rinforzo della pila 13. Perché il 12 giungo si procederà proprio con la valutazione dei termini di sicurezza del viadotto Italia. Ogni possibile provvedimento – è stato sottolineato – sarà adottato soltanto se emergerà la sicurezza del viadotto “Italia”, vale a dire la porta d’ingresso della Calabria.