Lavoratori da mesi in stato d’allerta, ridefinizione delle funzioni ancora in alto mare, sostanziale indeterminatezza nella disponibilità delle risorse: intorno alle Province, ai Comuni, alle città metropolitane, la discussione è aperta e le certezze scarseggiano; a parte, ad esempio, i 140 Comuni calabresi in stato di dissesto finanziario su un totale 409, dei quali 223 di dimensioni tanto modeste che un processo di aggregazione sembra inevitabile, anche per abbattere i costi. Una esigenza, quest’ultima, più che avvertita: la "capacità finanziaria" della Calabria a marzo 2015 ammontava a 401 euro pro capite contro i 600 euro della media nazionale, e la rigidità economica dei comuni calabresi è passata dal 44% del 2003 al 79% del 2013, con una disponibilità economica limitata praticamente alla sola erogazione di stipendi e al pagamento dei debiti. La Cgil ha chiamato le parti a confrontarsi su questi temi chiedendo lumi al direttore generale del dipartimento Presidenza della Regione, Antonio Viscomi, sull’iter del disegno di legge di riassetto istituzionale all’esame della commissione competenze.
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