I cavi telefonici, nonostante la distanza tra Catanzaro e Beirut, non distorcono quasi per nulla la voce di Vincenzo Speziali jr., e la sua meraviglia, magari un po' forzata, è omunque di tutta evidenzia. A suo carico c'è una ordinanza di custodia cautelare della magistratura reggina che lo accusa di aver favorito la latitanza di Amedeo Matacena, e lui ribadisce oggi quel che ha già anticipato ieri: si sente un perseguitato, e ma in ogni caso ha diritto di ricevere in Libano le comunicazioni che lo riguardano, come la Procura sa bene.
Sul punto ribadisce: "Da dieci anni sono residente a Beirut grazie ad una carta di soggiorno permanente rilasciata dalla Direzione generale della Sicurezza pubblica libanese, un permesso in forza del quale sono equiparato ad un cittadino libanese, per cui ho doppia cittadinanza. Tale status è stato portato a conoscenza dell'Associazione Italiana degli italiani all'Estero, e dal 27 febbraio scorso notificato - dallo Studio Legale e di Consulenza giuridica Haddad, che mi assiste in questa vicenda - alla Procura della Repubblica - Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, anche in relazione a quanto previsto dal comma 1 dell'articolo 36 della Convenzione di reciproca assistenza giudiziaria tra Libano e Italia del luglio 1970. Pertanto il mio domicilio legale è presso lo studio Haddad, che fino ad oggi non ha ricevuto alcuna comunicazione che mi riguardi".
Ulteriori informazioni e approfondimenti nell'edizione della Gazzetta del Sud in edicola domani.
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